Tumore allo stomaco: malnutrizione in agguato

Quattro pazienti su dieci troppo debilitati per completare chemio

FEB 18, 2018 -

Roma, 18 feb. (askanews) – La questione cibo per chi è stato operato da tumore allo stomaco è fondamentale, al punto da compromettere cure e anni di vita. Eppure Le linee di indirizzo sui percorsi nutrizionali dei pazienti oncologici, approvate in Conferenza Stato Regioni prevedono che ci sia un esperto in nutrizione clinica sia negli ospedali, sia sui territori (art. 5). L’allarme e, insieme, la denuncia arrivano dall’associazione Vivere senza stomaco che ha promosso un seminario di studi sulla nutrizione svoltosi a Roma. Dall’associazione arriva la richiesta di assicurare la presenza di un medico nutrizionista a fianco dei malati di tumore allo stomaco il prima possibile per evitare sofferenze e pericolosi ostacoli per la loro ripresa. Figure che purtroppo mancano.

Hanno affrontato questo aspetto delicatissimo gli esperti riuniti al Seminario dell’Associazione “Vivere senza Stomaco si può” che ha raccolto le esperienze cliniche dei rappresentanti delle società e delle associazioni scientifiche alla ricerca di soluzioni condivise.

“Si impara a mangiare con nuovi ritmi ma si rischia continuamente la malnutrizione. Abbiamo carenze di elementi come vitamina B12, ferro, folina, vitamina D”, ha spiegato la Presidente Claudia Santangelo che ha subito la gastrectomia totale nel 2008. “Abbiamo importanti sbalzi glicemici, anche non legati alla Dumping Syndrome, con oscillazioni glicemiche che vanno da 30 a 300. Fenomeno che purtroppo influenza pesantemente la nostra salute e la nostra qualità di vita”, ha aggiunto.

“I problemi nutrizionali accompagnano i pazienti sin dalle prime fasi della malattia: il 40% ad esempio non termina i trattamenti farmacologici ed è costretto ad interrompere la chemioterapia perché troppo debilitato, La malnutrizione non può più essere considerata un ineluttabile effetto collaterale della malattia, ma una sorta di comorbidità”, ha sottolineato Maurizio Muscaritoli, Presidente della SINuC Società Italiana di Nutrizione Clinica, “il 20% dei pazienti affetti da neoplasia, non supera la malattia per le gravi conseguenze della malnutrizione e uno status nutrizionale inadeguato interferisce anche con l’efficacia delle cure. Ecco perché è necessario una valutazione specialistica da parte di un nutrizionista clinico sin dalla prima visita oncologica”.