Studio: 80 gr. prugne secche al giorno aiutano apparato digerente

In Italia solo un adulto su 10 consuma qualità raccomandata fibre

GEN 31, 2018 -

Roma, 31 gen. (askanews) – Numerosi studi scientifici dimostrano come una regolare assunzione di fibre migliori le funzionalità intestinali: si stima però che in Italia il consumo di vegetali, e dunque di fibra, sia largamente insufficiente. I dati rivelano, infatti, che solo un adulto su dieci consuma la quantità raccomandata di frutta e verdura, soddisfatta dalle cinque porzioni al giorno, mentre cinque adulti su dieci ne consumano non più di due porzioni al giorno, in opposizione a studi che invece evidenziano come sarebbe ancora più salutare aumentarne il dosaggio.

Un recente studio scientifico condotto dai ricercatori del King’s College London, il centro accademico per eccellenza sulla nutrizione e la salute digestiva, e reso noto dal California Prune Board, rafforza l’indicazione nutrizionale autorizzata dalla Commissione Europea secondo cui mangiare 100 grammi di prugne secche al giorno contribuisce al normale funzionamento dell’apparato digerente, come parte di una dieta varia e bilanciata e uno stile di vita salutare. Rispetto al precedente assunto, la nuova indagine ha mostrato che un consumo giornaliero pari a 80 grammi sia già sufficiente ad ottenere gli stessi benefici. Mangiare meno prugne, quindi, consente di raggiungere gli stessi effetti desiderati.

I ricercatori del King’s College London hanno basato la loro indagine su un campione di adulti inglesi con un insufficiente apporto di fibre e movimenti intestinali non regolari, riscontrando come l’aggiunta giornaliera di soli 80g di prugne secche nella dieta permettesse di incrementare sensibilmente l’assunzione di fibra del 29% e, di conseguenza, migliorare la funzionalità intestinale. Aumentare il consumo di fibra è la giusta strada da seguire per ridurre il rischio di sviluppare patologie come il cancro al colon rettale, emorroidi e costipazione.

Durante lo studio, 120 adulti in salute sono stati suddivisi in modo casuale in tre gruppi per quattro settimane, mentre mantenevano regolarmente le proprie abitudini alimentari e livelli normali di attività. Il gruppo di controllo assumeva in aggiunta solo 300 ml di acqua; il secondo gruppo 80g di prugne secche e 300 ml di acqua; il terzo gruppo 120g di prugne secche e 300 ml di acqua. Nessun cambiamento nel peso è stato riscontrato in nessuno dei tre gruppi. Ancora una volta, lo studio rifiuta quindi il “falso” mito secondo cui l’integrazione di prugne nella dieta causerebbe un aumento di peso, rafforzando i risultati di un precedente studio condotto dall’Università di Liverpool nel 2014.

Inoltre, ricercatori hanno monitorato dei cambiamenti nel microbiota intestinale, evidenziando durante lo studio un incremento significativo dei livelli di batteri intestinali salutari chiamati Bifidobacteria dovuto alla dieta a base di prugne secche. Un ulteriore beneficio nel consumo di prugne secche, quindi, sembra essere legato a una crescita nei livelli di batteri “buoni” funzionali alla salute nell’intestino.