Roma, caso scontrini: giudici in camera consiglio per sentenza

"La responsabilità dell'ex sindaco Ignazio Marino è inesistente"

GEN 11, 2018 -

Roma, 11 gen. (askanews) – I giudici della III sezione della Corte d’Appello di Roma sono entrati in camera di consiglio per emettere la sentenza sul cosiddetto ‘caso cene e scontrini’ ed in cui è imputato l’ex sindaco della Capitale, Ignazio Marino, per l’accusa di peculato. In primo grado il professore è stato completamente assolto.

Il difensore di Marino, l’avvocato Enzo Musco, ha spiegato nel corso del suo intervento: “La responsabilità di Ignazio Marino è inesistente”. Poi ha proseguito: “Si ha l’impressione, leggendo l’atto di appello, che la procura consideri il sindaco della Capitale d’Italia, una sorta di burocrate che lavora a tempo per cene tutto sommato di poco conto. Marino è riuscito a far guadagnare alla Capitale somme ben superiori alle modeste spese di rappresentanza sostenute”.

Inoltre – ha detto ancora il penalista – “i giustificativi delle spese sostenute da Marino erano sottoposti alle rigide regole dell’amministrazione pubblica e passavano per un triplice controllo: cerimoniale, ragioneria e Corte dei Conti. E nessun organo di controllo ha mai mosso alcun rilievo al professor Marino quando era sindaco”. Insomma “non vorrei che si infangasse ancora un uomo che in soli 28 mesi da sindaco ha dimostrato come si potesse cambiare il volto di una città”.