Rientro salma Savoia, la profonda inquietudine della Comunità ebraica

Di Segni: la firma del re sulle leggi razziali vergogna incancellabile

DIC 18, 2017 -

Roma, 17 dic. (askanews) – La salma del re di Savoia Vittorio Emanuele III è rientrata oggi in Italia, nel santuario di Vicofaro, mentre il duca di Savoia Vittorio Emanuele continua a chiedere la traslazione, insieme alla salma della Regina Elena, al Pantheon. Una vicenda che porta con sè memorie ben più tragiche di un luogo di sepoltura e che genera “profonda inquietudine” nelle comunità ebraiche, perché la storia di quella firma del re sulle leggi razziali è “una vergogna incancellabile”, e “l’Italia non può e non deve dimenticare”.

“Il re e la firma sulle Leggi Razziali”, sotto questo titolo è stata pubblicata su Moked.it, il portale di informazione dell’Ucei, una riflessione accorata della presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni, che sottolinea: “In un’epoca segnata dal progressivo smarrimento di Memoria e valori fondamentali il rientro della salma del re Vittorio Emanuele III in Italia non può che generare profonda inquietudine. Anche perché giunge alla vigilia di un anno segnato da molti anniversari, i 70 anni della Costituzione che nacque nel solco del referendum attraverso cui l’Italia scelse di abrogare la monarchia ma anche gli 80 anni dalla firma delle leggi razziste che per primo proprio il sovrano di casa Savoia avallò nella tenuta di San Rossore a Pisa”. “Era il 5 settembre del 1938, pochi giorni ancora e Mussolini le avrebbe annunciate alla folla entusiasta radunatasi in Piazza Unità d’Italia a Trieste”, ricorda Di Segni.

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