##A Budrio non si esulta per arresto di Igor il russo

La vedova del barista: ogni notte rivedo la pistola puntata

DIC 15, 2017 -

Bologna, 15 dic. (askanews) – “Che fosse un delinquente capace di tutto lo sapevamo da otto mesi. E’ stato feroce con chi si trovava disarmato di fianco a lui, ma anche davanti ai militari con le mitragliatrici puntate non si è mai fatto scrupoli. La magra consolazione è che adesso non potrà più seminare panico. Arrestarlo quindi era possibile, almeno all’estero”. Per strada a Budrio, davanti al municipio e al bar del paese, non si esulta per l’arresto di Norbert Feher, alias Igor Vaclavic. “Igor il russo” come era statto ribattezzato si è arreso la notte tra giovedì 14 e venerdì 15 dicembre, a Teruel, una cittadina spagnola a 170 chilometri da Saragozza, dopo aver ucciso tre persone e dopo una fuga durata poco più di sei ore. In Italia – e all’estero per via di un mandato di cattura internazionale – era ricercato per gli omicidi di Davide Fabbri, il barista di Riccardina di Budrio nel bolognese avvenuto il 1 aprile, e della guardia ecologica volontaria Valerio Verri avvenuta una settimana dopo, l’8 aprile, nelle campagne intorno a Portomaggiore nel ferrarese; era inoltre sospettato dell’uccisione del metronotte Salvatore Chianese avvenuta due anni prima.

“Mi sveglio ogni notte e sogno lui che continua a puntare la pistola contro la mia faccia, proprio come quella maledetta sera – dice Maria Sirica, vedova del barista Fabbri, ricordando le scene concitate dell’1 aprile, poco prima della chiusura del piccolo bar della frazione di Budrio -. Mi ha portato via il marito che cosa devo dire? L’hanno preso? Bene. Avevo perso la fiducia in tutti. Non so se ci sia giustizia qui: è possibile che siano dovute morire sei persone prima di prenderlo?”. Della freddezza e ferocia di Igor ne è testimone anche chi era dentro al bar assieme ai coniugi: “Si atteggiava come fosse Rambo; aveva preso in mano la canna del fucile senza alcuna esitazione; poi ha sparato quei pochi colpi, uno aveva ferito anche me”. (segue)