La pizza napoletana è patrimonio culturale dell’umanità (Unesco)

"Vittoria dell'identità culturale italiana" dice il ministro Martina

DIC 7, 2017 -

Roma, 7 dic. (askanews) – La pizza napoletana è patrimonio culturale dell’umanità. La decisione dell’Unesco, presa da un apposito comitato intergovernativo dell’agenzia Onu riunito nell’Isola di Jeju, in Corea del Sud, è stata accolta con soddisfazione dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina: “L’arte del pizzaiuolo napoletano è patrimonio culturale dell’Umanità Unesco. Vittoria! Identità enogastronomica italiana sempre più tutelata nel mondo” ha scritto Martina su Twitter.

“La pizza di Napoli, l’arte del pizzaiolo napoletano, finalmente, bene immateriale del patrimonio dell’umanità Unesco” ha commentato a sua volta il sindaco della città partenopea, Luigi de Magistris. “Un riconoscimento storico: grazie ai pizzaioli napoletani, che vivono ed operano a Napoli e in tutto il mondo, grazie a tutti quelli che hanno firmato per questa petizione”.

“E’ il segno della potenza di Napoli attraverso la sua arte, la sua cultura, le sue tradizioni, le sue radici, la sua creatività, la sua fantasia. Una grande vittoria per Napoli e per la pizza napoletana”, ha concluso il primo cittadino partenopeo.

Si conclude un percorso che ha portato alla raccolta in 100 Paesi di oltre 2 milioni di firme, piu’ della metà delle quali grazie alla mobilitazione della Coldiretti, dopo un cammino durato complessivamente sette anni.

Lo scrive la Coldiretti dopo il riconoscimento Unesco.

“L’esito positivo della candidatura dell”Arte dei Pizzaiuoli napoletani’ nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco è stato accolto con gioia dai napoletani” riferisce la Coldiretti, “con il centro dei festeggiamenti all’Antica Pizzeria Brandi dove si sono messi al lavoro gli artisti Unesco della pizza, anche con esibizioni acrobatiche, e tanta gente per il ritorno della tradizione della pizza sospesa offerta a coloro che non possono permettersi di pagarla. Un’iniziativa organizzata proprio nel luogo dove la leggenda vuole che nel giugno 1889 il cuoco Raffaele Esposito fu convocato al Palazzo di Capodimonte, residenza estiva della famiglia reale, perché preparasse per Sua Maestà la Regina Margherita le sue famose pizze”.

Int9