Regione Lazio: ecco il nuovo piano di contrasto a Hiv e Aids

Zingaretti: "In prima linea per migliorare i servizi"

NOV 30, 2017 -

Roma, 30 nov. (askanews) – La Regione Lazio è stata la prima in Italia nel 1985 ad elaborare un piano di sorveglianza, controllo ed assistenza della sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids) e delle infezioni da virus della immunodeficienza umana (Hiv). Il piano è stato successivamente integrato e modificato in risposta all’evolversi dell’epidemia che ha visto un picco di diagnosi negli anni 90 e successivamente una stabilizzazione dei casi con una tendenza alla diminuzione negli ultimi anni. Si è dunque passati da una logica di gestione dell’emergenza ad una finalizzata alla gestione del paziente, con due obiettivi principali: la prevenzione dell’infezione ed un ampliamento dell’offerta di servizi nelle Strutture Sanitarie Regionali. Il nuovo piano elaborato dalla Regione Lazio è in linea con quanto previsto dal Piano Nazionale di interventi contro l’Hiv e l’Aids, recentemente approvato dalla Conferenza Stato Regioni. “La Regione Lazio – spiega il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – vuole continuare ad essere in prima linea nella lotta all’Hiv, e ha in campo su tutto il territorio strutture e professionisti ed ha elaborato una strategia finalizzata al contrasto di una patologia complessa. Punto di riferimento l’Istituto Lazzaro Spallanzani, da sempre struttura leader nella cura delle malattie infettive, a cui la Regione Lazio ha affidato la funzione di Centro regionale di Riferimento Hiv/Aids con il compito di coordinamento delle strutture deputate alla diagnosi e alla cura dell’infezione e mediante la redazione di un report annuale alla Regione Lazio sull’andamento della patologia”. Questi i punti fondamentali del nuovo piano: 1) Favorire l’accesso al test poiché ancora oggi tra il momento dell’infezione e quello della diagnosi passa un tempo troppo dilatato. Il test è gratuito e può essere richiesto direttamente dagli interessati; in ogni ASL è previsto un punto di counseling e test per Hiv a disposizione dei cittadini. Obbligo delle strutture che effettuano i test è quello di fornire informazioni all’interessato e di contribuire al sistema di sorveglianza e reporting. Il test è sistematicamente offerto a tutte le donne in gravidanza e alle persone con comportanti a rischio ed in presenza di patologie cui spesso è associato il virus, anche per evitare che la mancata diagnosi possa avere conseguenze negative sulla patologia di cui già soffre il soggetto; curare in maniera tempestiva ed efficace le persone affette da Hiv e mantenerle in cura, garantendo loro l’accesso alle cure attraverso le Unità Ospedaliere di malattie infettive della regione. Il piano prevede anche dal 2016 un rinnovato programma di assistenza a domicilio delle persone con Aids. Potenziare gli ‘strumenti di sorveglianza’ al fine di raccogliere un maggior numero di informazioni sulle caratteristiche clinico-epidemiologiche delle persone cui viene diagnosticata l’infezione da Hiv, implementando anche un nuovo sistema di sorveglianza “di seconda generazione” che consenta di monitorare in tempo reale l’evolversi dell’epidemia e l’impatto degli interventi di controllo utilizzando numeri e informazioni derivanti dalle prestazioni sanitarie come ospedalizzazioni e prescrizioni farmaceutiche. Favorire la prevenzione con campagne informative rivolte alle popolazioni a rischio e alle persone giudicate vulnerabili, perché i cittadini possiedano le nozioni fondamentali sul contagio, sulla cura e sulla diffusione dell’epidemia.