“Stop sfruttamento”, studenti in piazza contro scuola-lavoro

Cortei ed iniziative in diverse città, a Roma sit-in al Miur

NOV 24, 2017 -

Roma, 24 nov. (askanews) – Nuove mobilitazioni degli studenti oggi in tutta Italia che si sono convovati con gli “Stati generali dello sfruttamento” contro l’alternanza scuola-lavoro: in piazza, con 50 cortei ed iniziative in diverse città, stanno manifestando studenti degli istituti superiori, universitari, tirocinanti, ricercatori precari, riders, specializzandi. A Roma è partito un corteo da Piramide verso la sede del Ministero dell’Istruzione in Viale Trastevere. #stopsfruttamento è l’hashtag scelto per la giornata.

“Con le mobilitazioni di oggi le tute blu sono tornate, intendiamo costruire gli stati generali dello sfruttamento in contrapposizione a quelli dell’alternanza lanciati dalla ministra Fedeli il 16 dicembre”, dice Francesca Picci, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti: “Le risposte del MIUR sono insufficienti: vogliamo subito uno Statuto degli studenti in alternanza che garantisca percorsi di qualità e totalmente gratuiti per gli studenti. Abbiamo consegnato al ‘Ministero Italiano Umiliazioni e Ricatti’ le patatine fritte che ogni giorno ci spacciate per formazione obbligatoria”.

Andrea Torti, coordinatore nazionale di Link Coordinamento universitario, ricorda che “anche gli universitari sono scesi in piazza contro i tirocini sfruttamento e una formazione sempre più precaria. Con noi universitari ci sono anche gli aspiranti insegnanti che rivendicano una retribuzione dignitosa e certezze per il futuro. Siamo in piazza con docenti, ricercatori precari e dottorandi per il riscatto dell’università pubblica, oggi blocchiamo gli Atenei con iniziative che si protrarranno anche questo pomeriggio. Pretendiamo maggiori finanziamenti, assunzioni e garanzie di diritto allo studio”.

Per Martina Carpani, coordinatrice Rete della Conoscenza, “questo governo prende in giro tutti, provando a contrastare la disoccupazione giovanile aumentando l’età pensionabile. E’ un paradosso! Nel nostra Paese non vi è alcuna speranza di futuro siamo costretti o ad emigrare o ad accettare lavoro povero. Le nostre esperienze sono la cartina di tornasole di un intero sistema di riduzione dei costi del lavoro fondato sul lavoro gratuito, sottopagato. Per questo in piazza con noi ci sono i precari della ricerca, i riders e molti di coloro che sopportano ogni giorno ingiustizie. Siamo al fianco anche dei lavoratori di Amazon in sciopero per il black friday”.