Lazio, Santori (Fdi): poca chiarezza sugli immobili del Serafico

Esposto ad Anac e Corte dei Conti

NOV 24, 2017 -

Roma, 24 nov. (askanews) – “Ben 300mila euro di soldi pubblici per le spese di manutenzione di una porzione di immobile in via del Serafico, concesso in comodato d’uso da Laziocrea alla Regione Lazio, in un sospetto gioco di scatole cinesi di carattere finanziario. L’affitto nel subaffitto condito da un comodato d’uso gratuito, insomma un pasticcio in classico stile Zingarettiano”. Così Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio di Fratelli d’Italia che aggiunge dettagli: “l’immobile che costa ai cittadini 4 milioni di euro l’anno era già finito sotto la lente d’ingrandimento sia di una mia interrogazione che della Procura di Roma nell’inchiesta sulla truffa Enpam per una losca operazione di affitti e vendita a prezzi gonfiati per cui è stato coinvolto anche il deputato Pd Marco Di Stefano, già assessore regionale con Marrazzo, accusato di aver incassato alcune tangenti”. E’ quanto dichiara Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio di Fratelli d’Italia. “Vogliamo fare chiarezza su questa assurda determinazione proveniente dalla centrale acquisti a guida del dott. Stefano Acanfora, sulla cui nomina in passato abbiamo avuto modo di avanzare più di un dubbio di merito. Nella determinazione risalente allo scorso 8 novembre – prosegue Santori – si fanno generici riferimenti allo statuto regionale, e richiami a leggi e delibere di giunta che però lasciano molto vaga la necessità di intervenire con una somma di tale portata sulla porzione di un immobile di un privato, all’interno del quale è ospitata Laziocrea con un comodato d’uso gratuito. Di quali lavori di manutenzione si tratta? Perché, alla luce del patrimonio regionale – dice – non è stato individuato un immobile che potesse ospitare Laziocrea, rispetto a un canone di affitto annuo di 4 milioni di euro? Domande sulle quali vogliamo una riposta chiara, trasparente e ufficiale da parte del presidente Zingaretti. Presenteremo un esposto alla Procura della Repubblica e all’Anac per verificare la legittimità di questa determinazione, e verificare se sono fondati i nostri dubbi su quello che riteniamo uno spreco di denaro intollerabile”.