La tv cinese parla della “diplomazia dell’arte” con il Vaticano

A marzo prossimo lo scambio di opere tra Musei vaticani e Pechino

NOV 24, 2017 -

Città del Vaticano, 24 nov. (askanews) – Con una decisione più unica che rara, la televisione internazionale cinese ha dedicato un approfondimento informativo alla doppia mostra che avverrà in contemporanea nel marzo 2018 nei Musei vaticani e nella Città proibita di Pechino, parlando esplicitamente di “diplomazia dell’arte” nel quadro di un riavvicinamento tra Cina e Santa Sede.

Nel corso di una conferenza stampa che ha avuto luogo martedì scorso nella sala stampa vaticana è stata presentata l’iniziativa che prevede, per la prima volta, uno scamvio di opere tra Vaticano e Cina. Quaranta opere delle raccolte cinesi dei Musei vaticani saranno esposte in Cina, mentre quaranta opere delle collezioni statali cinesi saranno esposte nei musei del Papa. Alla conferenza stampa erano presenti la direttrice dei Musei vaticani, Barbara Jatta, il maestro Yan Zhang e Zhu Jiancheng, segretario generale del China Culture Investment Fund, che ha sottolineato tra l’altro che questo scambio “rafforzerà ulteriormente l’amicizia tra la Cina e il Vaticano e favorirà la normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Cina e Vaticano”.

E’ dal 1951, con la presa del potere di Mao Tse-tung, che la Cina e la Santa Sede non hanno rapporti diplomatici. Contatti per scongelare le relazioni sono in corso da tempo, ma con Papa Francesco – coadiuvato dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin – sembra che il processo di avvicinamento sia accelerato.

E la sera del 23 novembre la Cgtn (China Global Television Network), all-news cinese della China Central Televisione (Cctv) che trasmette in inglese 24 ore al giorno, ha dedicato metà del programma di approfondimento della conduttrice Liu Xin (The Point with Liu Xin) – dopo un approfondimento dedicato all’Iran e all’Isis – allo “scambio di arte tra Pechino e Vaticano per costruire legami”.

Una novità in sé, per una testata pubblica cinese, alla quale si somma il tono positivo che l’approfondimento ha dedicato all’evento. Uno degli ospiti, Francesco Sisci, sinologo residente in Cina e ricercatore senior presso l’Università del Popolo Cinese, ha rimarcato tra l’altro la coincidenza temporale della mostra che aprirà nella Città probita di Pechino quando, a marzo, si terrà sempre nella capitale cinese l’assemblea plenaria del Congresso nazionale del popolo, “occasione – ha detto l’accademico italiano in Cina – per le 3000 persone più importanti della Cina di dare un’occhiata e occasione per i leader cinesi di mostrare alla Cina e al popolo la determinazione nel engage la Santa Sede”.

Quanto alla conduttrice del programma, che già nel corso dell’approfondimento ha ricordato come per la prima volta un paio di anni fa la Cina ha concesso ad un volo del Papa di sorvolare il paese, offrendo così a Jorge Mario Bergoglio la possibilità di indirizzare al popolo cinese un messaggio augurale, ha concluso il programma sottolineando che “guardando al futuro, come migliorare le relazioni tra Cina e Santa Sede richiederà ancora saggezza politica da entrambe le parti, ma c’è spazio per l’ottimismo poiché entrambe le parti hanno mostrato umiltà e volontà di adattarsi col tempo ed esplorare nuove opportunità. Il Papa ad esempio ha lavato i piedi di richiedenti asilo, uomini e donne, ha inviato il messaggio che l’aborto è perdonabile, ha chiesto scusa alle persone gay per il modo in cui sono state trattate dalla Chiesa, appoggia la teoria del big bang e dell’evoluzione ed ha nominato una donna alla guida dei Musei vaticani. Anche la Cina ha inviato messaggi che ha la volontà di migliorare i legami con il Vaticano per andare incontro ai bisogni spirituali dei cattolici in Cina. Non ci sono motivi per credere che una svolta sia impossibile visto il pragmatismo, l’apertura mentale e la saggezza da entrambe le parti”.