Ingv, da studio fumarole migliore monitoraggio Campi Flegrei

Attraverso stazioni sismiche poste nelle adiacenze

NOV 2, 2017 -

Roma, 2 nov. (askanews) – Registrare il tremore sismico delle fumarole dei Campi Flegrei, attraverso stazioni sismiche ubicate nelle adiacenze, potrebbe migliorare il monitoraggio in continuo dell’emissione idrotermale del vulcano: ad arrivare a queste conclusioni, uno studio a firma Ingv, Università di Palermo, Université Savoie Mont Blanc, Instituto Volcanológico de Canarias.

E’ noto, infatti – spiega l’Ingv – che le fumarole generano un tremore sismico locale, tuttavia lo studio di registrazioni di lunga durata di questo segnale ha finora ricevuto poca attenzione. Il nuovo studio, dal titolo Fumarolic tremor and geochemical signals during a volcanic unrest, è stato pubblicato su Geology della Geological Society of America e apre nuovi scenari di ricerca.

“Normalmente si evita di ubicare stazioni sismiche permanenti in prossimità di fumarole perché il tremore generato dall’emissione dei fluidi rende difficile il riconoscimento dei terremoti”, spiega Giovanni Chiodini, dirigente di ricerca Ingv e primo autore della pubblicazione. In ogni caso, a seguito di evidenti aumenti nell’attività idrotermale, nel 2010 fu installato un sismometro nelle adiacenze della fumarola principale di Pisciarelli, ai Campi Flegrei. Lo scopo della ricerca, era quello di avere un segnale continuo in qualche modo legato alle variazioni nella attività della fumarola. I dati registrati dalla stazione sismica sono stati così analizzati e confrontati con i segnali geochimici acquisiti nello stesso periodo alla Solfatara di Pozzuoli. (Segue)