Decaro (Anci): i comuni non possono il problema smog da soli

"Spetta alle Regioni finanziare i piani per la qualità dell'aria"

OTT 22, 2017 -

Roma, 22 ott. (askanews) – Un problema che non riguarda soltanto le città, di cui occuparsi tutto l’anno e non soltanto quando i livelli di polveri sottili superano i limiti di legge. Antonio Decaro, presidente dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) ribadisce che le misure contro l’inquinamento ci sono, ma mancano sinergie e finanziamenti. “I comuni sanno che va incentivato il trasporto pubblico locale e la mobilità ciclopedonale, ma non hanno risorse, perché sono state tagliate. Non possiamo aumentare le tasse e vista la crisi c’è una maggiore domanda di spesa sociale, non sappiamo proprio dove recuperare gli investimenti per la mobilità sostenibile. Ben venga perciò l’iniziativa di Enzo Bianco che organizza a Catania un tavolo di confronto per parlare di mobilità proprio in un momento in cui l’emergenza smog è maggiore”, afferma Decaro in un’intervista a Repubblica.

Decardo sottolinea il ruolo delle regioni, “perché il tema va affrontato nella globalità, non dai singoli comuni. Spetta alle regioni fare i piani per la qualità dell’aria e finanziarli, così come contribuire a creare reti per la mobilità sostenibile in prossimità dei capoluoghi”. E’ “incredibile”, sottolinea il presidente dell’Anci, che la somma di tutte le linee metropolitane d’Italia sia inferiore a quella di singole capitali europee, come Madrid, per esempio. Quanto agli investimenti speriamo nel ‘piano Marshall’ sul trasporto pubblico locale presentato dal ministro Delrio che prevede 30 miliardi nei prossimi 20 anni si riesca a ottenere un risultato importante”.

Quanto alla responsabilità dei sindaci, “Sono indispensabili le restrizioni al traffico attraverso aree pedonali, le zone a traffico limitato e i sistemi di tariffazione della sosta in modo che in centro non si vada più con l’auto privata”, afferma il primo cittadino di Bari. “Però insieme vanno migliorati trasporto pubblico e infrastrutture per la mobilità ciclistica”