Merendine, tradizione tutta italiana che si rinnova da 60 anni

Aidepi: nel 2016 investiti 20 mln in R&S, piace a 21 mln di italiani

OTT 12, 2017 -

Roma, 12 ott. (askanews) – Le merendine sono una invenzione tutta italiana, di quella industria alimentare che, in questo diminutivo, nei primi anni ’50, ha saputo unire la tradizione della merenda casalinga alle esigenze dei consumatori moderni, a iniziare da quelle mamme che, lavorando, non avevano il tempo di prepararla in casa per i propri figli. Nei 60 anni, e passa, della loro storia, le merendine hanno conquistato il proprio spazio nel carrello della spesa degli italiani, adeguandosi nel tempo ai gusti e alle mode alimentari, innovandosi e rinnovandosi. Quello delle merendine, infatti, è, secondo l’Aidepi, che con le sue aziende copre l’80% del mercato dolciario italiano, il comparto tra i prodotti da forno che investe di più in ricerca e sviluppo: nel 2016, questa voce di bilancio ha toccato, mediamente, i 20 milioni di euro, pari al 2% dei ricavi, tenuto conto che le merendine rappresentano circa un quinto di questo mercato, con un miliardo di fatturato sui cinque complessivi.

E dire che questo prodotto non viene praticamente venduto all’estero perchè è un concetto, quello della merenda, che appartiene solo alla tradizione alimentare del nostro Paese, dove ci sono 21 milioni di adulti che consumano abitualmente merendine, in controtendenza rispetto alla convinzione comune che siano un prodotto solo per bambini. Per cogliere a pieno il peso degli investimenti del settore bisogna considerare che – dati Mediobanca 2017 sui bilanci di 2.065 società italiane – gli investimenti globali negli ultimi 5 anni sono diminuiti del 2,5%, mentre il settore dolciario nel suo complesso ha segnato un +17%, con un picco del +25% in un solo anno (2016 rispetto a 2015).

Si diceva dunque di innovazione. Dietro ogni nuova merendina che arriva sullo scaffale di un supermercato ci sono, in media, fino a 5 anni (da un minimo di 12 mesi) di studio, sviluppo del prodotto, test di mercato: una gestazione piuttosto lunga per questo prodotto industriale, che monitora da vicino ogni aspetto, incluso il gradimento del consumatore finale. Dati Aidepi alla mano, che ha organizzato un viaggio all’interno degli stabilimenti Bauli, Barilla e Ferrero per toccare con mano queste realtà produttive, mediamente il settore lavora su oltre 100 nuovi progetti l’anno, di cui solo 20-30 arrivano sul mercato, dove pure resistono con successo merendine nate 40 o 50 anni fa.

Nei laboratori delle grandi aziende, grazie a questi investimenti, nascono così le merendine del futuro che tengono sempre più conto non solo dei gusti dei consumatori ma anche delle loro esigenze etiche e di salute, e, non da ultimo, di bisogni specifici, che vanno dal glutenfree al biologico. Negli anni, infatti, questo prodotto industriale è andato adeguandosi non solo ai cambiamenti di gusto ma anche alle esigenze nutrizionali: ogni prodotto oggi presenta una porzionatura prestabilita che apporta dalle 110 calorie, per quelle più semplici, fino alle 180-200 per quelle più ricche, pari al 6-7% della quantità di energia raccomandata ogni giorno a bambini e ragazzi.

Accanto agli aspetti nutrizionali, c’è poi l’aspetto delle materie prime, dalle farine al latte, passando per uova, zuccheri, cacao, confetture e grassi, accuratamente selezionate e con una tracciabilità che riguarda l’intera filiera, sempre più corta. Un aspetto interessante, a tal proposito, è che tra gli ingredienti utilizzati per alcuni prodotti, come quelli ispirati ai lievitati delle feste, pandoro e panettone, ma anche per krapfen e croissant, l’industria ha introdotto il lievito madre, ormai una vera “tendenza” alimentare, che però 6 italiani su 10 ignorano (Dati Doxa/Aidepi). Infine, un’ultima notazione, i conservanti: Aidepi sottolinea come, grazie all’evoluzione della tecnologia, nella quasi totalità delle merendine oggi queste sostanze sono del tutto scomparse. Un passo che l’innovazione ha reso possibile verso un prodotto, per composizione, sempre più simile alla merenda casalinga.