Corruzione, arrestati ex consigliere Roma e dipendente Invitalia

In 8 ai domiciliari: "Ottenevano illecitamente fondi pubblici"

OTT 12, 2017 -

Roma, 12 ott. (askanews) – Ci sono anche l’ex consigliere comunale di Roma Ignazio Cozzoli Poli e un dipendente di Invitalia (l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, di proprietà del ministero dell’Economia) tra gli arrestati dalla polizia a Roma con l’operazione “Pecunia non olet”, coordinata dalla Procura capitolina, scattata nei confronti di un’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. La Squadra Mobile di Roma e il Servizio Centrale Operativo hanno arrestato (ai domiciliari) 8 persone, eseguendo anche perquisizioni nelle abitazioni di residenza e negli uffici degli indagati, compreso lo studio di un avvocato e la sede di Invitalia. Cozzoli Poli fu eletto in Campidoglio nel 2016 con la Lista Marchini, passato poi al Gruppo misto e in seguito decaduto dopo il riconteggio delle schede.

I destinatari del provvedimento sono indagati per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una molteplicità di truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzioni per atti contrari ai doveri d’ufficio, rivelazioni ed utilizzazioni di segreti d’ufficio e per accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico con l’aggravante di rivestire la qualifica di pubblico ufficiale.

Secondo gli inquirenti gli otto avrebbero messo in piedi “un gruppo criminale, costituitosi al fine di ottenere illecitamente finanziamenti pubblici attraverso la presentazione di richieste di finanziamento create ad hoc, stilate sulla base di indicazioni ricevute grazie alla corruzione di uno degli indagati, pubblico dipendente dell’ente erogatore delle agevolazioni, Invitalia – Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa di proprietà del ministero dell’Economia”.

Gli arrestati sono indagati per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una molteplicità di truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzioni per atti contrari ai doveri d’ufficio, rivelazioni ed utilizzazioni di segreti d’ufficio”, e Luigi Napoli anche per “il reato di accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico con l’aggravante di rivestire la qualifica di pubblico ufficiale”. Secondo la ricostruzione degli investigatori l’organizzazione si era costituita per ottenere illecitamente finanziamenti pubblici attraverso la presentazione di richieste di finanziamento create ad hoc, stilate sulla base di indicazioni ricevute grazie alla corruzione del dipendente di Invitalia.