Colomban: Progetto Roma Capital Mundi da aprile in uffici Raggi

non solo lacrime e sangue per riorganizzazione partecipate

OTT 12, 2017 -

Roma, 12 ott. (askanews) – L’ex assessore capitolino alle Partecipate Massimo Colomban aveva per Roma non soltanto un Piano per la riorganizzazione delle partecipate, ma un proprio progetto più ambizioso, denominato Roma Capital Mundi che è “purtroppo rimasto da aprile negli uffici della Sindaca”. Lo spiega all’Askanews in una nota lo stesso Cplomban, che puntava, con un piano organico di azioni, di riportare la città a “Vivere…. Muoversi… Studiare… Lavorare …. Divertirsi..”. Colomban pensava ad affidarne il coordinamento a dei gruppi di lavoro “sotto la regia della Sindaca, composti dai nostri Assessorati, con rappresentanti del Consiglio, ed includeranno anche i Municipi, le Associazioni e leader esperti da Roma, dall’Italia e dal mondo concordati fra Giunta, Sindaca e M5S”. Da essi doveva discendere “una serie di idee, un programma che dovrà dipingere il futuro di Roma non solo di lacrime e sangue, come sarà purtroppo la conseguenza della Riorganizzazione delle Partecipate e del Comune con i relativi tagli alle risorse disponibili – ammetteva Colomban nel documento di proposta – ma bensì di speranze ed ottimismo verso il futuro, che rilanci e faccia risorgere Roma come capitale mondiale della cultura, innovazione, progresso”.

Tra le iniziative, Colomban proponeva un nuovo premio, dal titolo “Ornato pubblico”, che sarebbe stato attribuito dalla sindaca Raggi, “utilizzando una piccolissima percentuale dell’Ici, per premiare gli interventi architettonicamente e paesaggisticamente pregevoli e, nello stesso concorso, penalizzare o mettere alla gogna pubblica i peggiori – spiegava l’ex assessore, nel documenti ‘dimenticato’ negli uffici di Raggi da sei mesi -. In alcuni anni questa azione potrebbe educare e formare i cittadini al senso civico, al rispetto del paesaggio e dell’ambiente che non è cosa propria, bensì un bene comune prezioso da rispettare, mantenere o meglio impreziosire”. Altra azione, intitolata “L’industria restaura l’ambiente”, prevedeva, d’accordo con le organizzazioni datoriali, “sgravi e facilitazioni per azioni di mitigazione paesaggistica, il recupero dell’ambiente come l’installazione di pannelli fotovoltaici o solari, soprattutto sulle parti opache delle fabbriche”. Tutte idee rimaste silenti in un cassetto del Campidoglio.