Corruzione per spartirsi le cattedre: 7 professori arrestati

Indagato anche l'ex ministro Fantozzi

SET 25, 2017 -

Roma, 25 set. (askanews) – “Sistematici accordi corruttivi” tra numerosi professori di Diritto tributario (alcuni dei quali pubblici ufficiali in quanto componenti di diverse commissioni nazionali, nominate dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, per le procedure di Abilitazione scientifica nazionale all’insegnamento nel settore scientifico Diritto tributario) finalizzati a rilasciare abilitazioni secondo logiche di spartizione territoriale e di reciproci scambi di favori, con valutazioni non basate su criteri meritocratici ma orientate a soddisfare interessi personali, professionali o associativi. È lo scenario ipotizzato dalla Procura di Firenze che ha diretto le indagini sfociate oggi nell’operazione della Guardia di Finanza “Chiamata alle Armi” che ha portato a 59 persone indagate per reati di corruzione, 7 arresti domiciliari, 22 misure interdittive e più di 150 perquisizioni domiciliari in Uffici pubblici, abitazioni private e studi professionali.

Oltre 500 fiamme gialle hanno eseguito in tutta Italia la vasta operazione di polizia giudiziaria, nell’ambito della quale sono stati eseguiti 29 provvedimenti cautelari personali: ai domiciliari sono finiti 7 docenti universitari, mentre altri 22 sono stati interdetti allo svolgimento delle funzioni di professore universitario e di quelle connesse ad ogni altro incarico assegnato in ambito accademico per la durata di 12 mesi.

Sono tutti accusati dei reati di corruzione. Nei confronti di altri 7 docenti universitari, il giudice per le indagini preliminari di Firenze Angelo Antonio Pezzuti si è riservata la valutazione circa l’applicazione della misura interdittiva all’esito dell’interrogatorio degli stessi.

C’è anche l’ex ministro Augusto Fantozzi. Fantozzi – che non figura tra i destinatiari di custodia cautelare – è stato professore ordinario di diritto tributario ed ha guidato negli anni Novanta i Ministeri delle Finanze e della Programmazione economica (1995-1996, governo Dini) e il Ministero del Commercio internazionale (1996-1998, primo governo Prodi).

I sette professori arrestati sono titolari di cattedre in vari atenei italiani: G.F., tributarista a Firenze e che insegna a Lecce; A.G. dell’università di Siena; G.C. dell’università di Cassino; A.D. dell’università di Bologna; V.F. docente a Sassari; F.A. dell’università di Napoli e G.Z. Professore all’università di Varese.

L’indagine è partita dal tentativo di alcuni professori universitari di indurre un ricercatore universitario, candidato al concorso per l’abilitazione scientifica nazionale all’insegnamento nel settore del Diritto tributario, a “ritirare” la propria domanda per favorire una terza persona in possesso di un profilo curriculare notevolmente inferiore, promettendogli che si sarebbero adoperati con la competente Commissione giudicatrice per la sua abilitazione in una successiva tornata.

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