Caporalto, pagati in base al colore della pelle: 2 arresti

Operazione carabinieri ad Amantea

SET 22, 2017 -

Roma, 22 set. (askanews) – Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, aggravati dalla discriminazione razziale. Con queste accuse i carabinieri della Compagnia di Paola, in provincia di Cosenza, hanno arrestato due fratelli di Amantea, di 48 e 41 anni. Il provvedimento, che prevede anche il sequestro preventivo dell’azienda e di altri beni mobili registrati di proprietà degli arrestati è stato disposto dal Gip del Tribunale di Paola, Maria Grazia Elia, su richiesta della locale Procura della Repubblica.

Le indagini, condotte dai militari della Stazione di Amantea, sono iniziate nel giugno scorso sotto la direzione del sostituto procuratore titolare del fascicolo, Anna Chiara Fasano e il coordinamento del Procuratore Capo della Repubblica di Paola, Pierpaolo Bruni. Gli elementi raccolti dai carabinieri hanno permesso di accertare che i rifugiati, principalmente provenienti dal Nigeria Gambia, Senegal e Guinea Bissau, venivano solitamente prelevati in una parallela del Centro di Accoglienza “Ninfa Marina” e portati a lavorare presso l’azienda agricola dei due fratelli arrestati.

I rifugiati africani si trovavano a lavorare nei campi assieme ad altri lavoratori in nero provenienti principalmente dalla Romania e dall’India, ma, incredibilmente, la paga variava in base al colore della pelle. In particolare, i “bianchi” avevano diritto a 10 euro in più degli africani, infatti i primi prendevano 35 euro al giorno, mentre i secondi venivano pagati solo 25, ovviamente tutto in nero.

Le indagini hanno fatto emergere anche le condizioni di lavoro degradanti a cui erano sottoposti i lavoratori in nero: dormivano in baracche, mangiavano a terra e erano sottoposti a stretta e severa sorveglianza da parte dei due fratelli arrestati.