Italiani più poveri, 23 e 24 settembre torna “Un pasto al giorno”

L'iniziativa della comunità Papa Giovanni XXIII in 1.000 piazze

SET 6, 2017 -

Roma, 6 set. (askanews) – La povertà in Italia non scende. Anzi, per le famiglie con più figli aumenta in maniera drammatica e costante. La fotografia dell’Istat è una mannaia: nel 2016, infatti, si stima siano ancora 1 milione e 619 mila le famiglie residenti in condizione di povertà assoluta. A questo, fa da contraltare l’analisi della Coldiretti svolta dopo l’entrata in vigore della legge ad hoc, da cui emerge che, nonostante si registri un calo degli sprechi alimentari – viene data maggiore attenzione alla data di scadenza dei prodotti e la richiesta della doggy bag al ristorante è aumentata – lo spreco di cibo nelle case degli italiani ammonta ancora a 65 kg all’anno pro capite. Del legame tra chi vive al di sotto della soglia di povertà e chi invece può permettersi di sprecare parla anche la Comunità Papa Giovanni XXIII (Apg23), che proprio per lottare contro le ingiustizie e contro la fame il 23 e 24 settembre tornerà in 1.000 piazze italiane con la nona edizione di Un pasto al giorno. Nel corso dell’evento, che vedrà coinvolti oltre 3mila volontari (per info e dettagli è possibile consultare il sito www.unpastoalgiorno.apg23.org) sarà possibile, in cambio di un’offerta libera, ricevere “#iosprecozero”: un libro di 60 pagine – stampato rigorosamente su carta 100% riciclata – ricco di idee, spunti, consigli, best practice e testimonianze che vuol essere una guida utile e pratica per combattere gli sprechi nell’impresa di restituire il giusto valore alle cose, in ogni ambito del quotidiano.

La Comunità, fondata da Don Oreste Benzi nel 1968, con 7 milioni e mezzo di pasti distribuiti ogni anno in Italia e all’estero, affronta ogni giorno una sfida gravosa per combattere la malnutrizione e la morte per fame. Con 5 Capanne di Betlemme – case di pronta accoglienza serale e notturna per senza dimora – a Bologna, Rimini, Milano, Forlì e Chieti; 2 mense di Strada a Torino e a Roma che tutte le settimane dell’anno aiutano in totale più di 200 persone; e altre 317 realtà di accoglienza sparse per tutto lo Stivale, la Comunità Papa Giovanni XXIII, solo sul territorio nazionale, dà accoglienza, sostegno e soprattutto una famiglia a oltre 3.800 persone ogni anno, bambini soli o che non possono restare con i loro genitori, anche con gravissime disabilità, anziani, ragazze vittime di sfruttamento sessuale, persone senza dimora, famiglie in situazioni di disagio…

I proventi dell’iniziativa “Un pasto al giorno” andranno così “ad aiutare un fratello o una sorella in difficoltà”, si legge nella mission dell’evento di piazza di fine settembre, permettendo alla Comunità Papa Giovanni XXIII di avere le risorse per continuare ad assicurare sostegno alimentare alle persone che accoglie e che a lei si affidano. Negli anni della grande crisi è proprio sul cibo che si gioca uno dei più grandi paradossi: solidarietà, responsabilità e dignità, dunque, sono le chiavi per riequilibrare questo sbilanciamento e attribuire una dignità nuova sia nei confronti di chi ha bisogno di aiuto, sia di chi sostiene.

“L’eccedenza, la facilità di ‘buttar via’ infatti, sono sinonimo di indifferenza e insensibilità”, afferma Giovanni Ramonda, presidente della Apg23, “gli stessi atteggiamenti che portano all’emarginazione di tante persone lasciate sole ad affrontare i problemi e le difficoltà della vita. Come ha sostenuto Papa Francesco ‘è ora di cambiare profondamente i nostri stili di vita, a tutti i livelli, partendo dai modelli di produzione fino ad arrivare alle modalità di consumo’. Difendere la dignità umana e riaffermare i diritti fondamentali di ciascuno significa, anche, difendere il loro diritto al cibo. Il sostegno che invochiamo è molto concreto: chiediamo aiuto per far sì che i bambini che arrivano ogni giorno nei nostri centri nutrizionali in Africa, i senza dimora che incontriamo ogni sera in tutta Italia, in Russia, in Grecia o in Sudamerica, le persone in difficolta che ogni giorno siedono alla nostra tavola, almeno loro che hanno volti, nomi e storie, possano avere un pasto caldo e un po’ di affetto ogni giorno”. Se l’accesso al cibo viene considerato un bisogno primario per ogni individuo “ve ne sono anche tanti altri – continua Ramonda – come il diritto alla salute, quello di vivere in una casa e non in strada, di studiare, formarsi e trovare un lavoro: solo in questo modo tutti potranno costruirsi un vero futuro e ricominciare una nuova vita. Ed è questo quello che facciamo ogni giorno, da quasi 50 anni, proseguendo il lavoro iniziato da don Oreste Benzi”.

Chi volesse partecipare all’iniziativa collaterale per la divulgazione sul web potrà scattare una fotografia e postarla su Facebook o Instagram utilizzando #unpastoalgiorno2017 e #iosprecozero, gli hashtag ufficiali dell’evento: un ulteriore strumento per fare passaparola in rete e sostenere i progetti portati avanti dalla Comunità.