Il villaggio Alzheimer a Roma Bufalotta diventa realtà

Struttura voluta da Emanuele (Fondazione Roma), operativa dal 2018

LUG 21, 2017 -

Roma, 21 lug. (askanews) – E’ stata inaugurata ieri dalla Fondazione Roma, ente promotore e realizzatore del progetto, una parte significativa del Villaggio destinato ai malati di Alzheimer al quartiere della Bufalotta di Roma. Tale Villaggio è stato fortemente voluto, fin dal 2012, da Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione, dopo una sua visita ad una struttura pioneristica per l’Europa in Olanda, in un sobborgo di Amsterdam, denominato “Hogeway”. Il Villaggio è stato intitolato “Villaggio Emanuele” proprio per ricordare la primogenitura dell’idea e per sottolineare l’impegno da egli profuso in anni di battaglie contro ogni tipo di avversità logistiche e burocratiche.

Il taglio del nastro ha riguardato il “primo miglio”, così si potrebbe dire, della più ampia struttura, che vedrà integralmente la luce entro la fine dell’anno in corso e che sarà pienamente operativa agli inizi del 2018. In tale data saranno messe a disposizione dei pazienti residenti quattordici case famiglia, ciascuna per sei persone, insieme ad una struttura semiresidenziale, destinata ad accogliere circa 20 persone al giorno. Al termine dei lavori, dunque, il villaggio ospiterà, a regime, circa 100 persone contemporaneamente, a titolo completamente gratuito. Alla data del 20 luglio sono state, infatti, terminate le prime tre abitazioni per sei pazienti residenti ciascuna, complete degli arredi, una per ogni stile di vita previsto nel progetto, culturale-cosmopolita-creativo, tradizionale-conservatore, urbano-sociale, ma anche il suddetto centro semiresidenziale ed il centro servizi, comprensivo di un salone di bellezza, di una sala per la riabilitazione, di una sala per la musica e di una sala per la terapia occupazionale, anch’essi completamente arredati e dotati delle relative attrezzature.

Una volta interamente completato, il Villaggio mira a colmare un vuoto grave nei servizi di assistenza alle persone affette da demenza senile ed in particolare, da Alzheimer, il vuoto tra la casa dei propri familiari da un lato e le RSA (ove spesso si applica un approccio tradizionale che non valorizza eventuali potenzialità comunicative o sensibilità importanti) dall’altro, tra le quali non esistono soluzioni alternative efficaci.

Emanuele ha espresso la propria soddisfazione perché un suo ambizioso e complesso progetto sta vedendo finalmente la luce, e perché Roma, con questa struttura – grazie ad un soggetto leader del mondo del privato sociale – diviene città all’avanguardia nell’affrontare un’emergenza sanitaria in costante aumento. “La mia idea – ha affermato il professore – ha inteso, fin dalle origini, garantire alle persone affette da questa devastante malattia la possibilità di vivere più a lungo e serenamente, in un ambiente che richiama il calore domestico, in libertà, con diverse opportunità ricreative, assicurando, al contempo, un’alta qualità della vita, nonché le cure ed i controlli necessari. Si è trattato di ideare uno spazio completo di ogni servizio e volto alla necessità di creare un modello di assistenza che possa assicurare una vita il più possibile vicina alla normalità ed al vissuto delle singole persone durante il lungo decorso della malattia. Al di là della struttura, è chiaro che gran parte del successo dell’importante iniziativa sarà nelle mani del personale di assistenza, nonché dei volontari e degli operatori, cui è affidato il compito più difficile, quello d’intessere relazioni efficaci e solide con i pazienti, i familiari e tra di loro, in modo da creare il clima giusto, protetto, ma libero e sereno.”.

Il presidente ha poi ringraziato i componenti degli organi collegiali della Fondazione Roma, il direttore generale, i progettisti olandesi – Eloy van Hall che ha concepito il modello di gestione di Hogeway, replicandolo nel “Villaggio Emanuele”, e gli architetti Frank van Dillen e Gijs Pickevet – nonché il project manager e responsabile dei lavori, Federico Carrara, il direttore dei Lavori, Diego Barletti ed Enzo Angiolini per il design degli interni, gli altri tecnici, la società che ha in appalto i lavori e tutte le persone che lo hanno aiutato nel superare le molte difficoltà incontrate, e che hanno concorso a non fargli perdere la fiducia circa il buon esito dell’importante iniziativa che, ha ricordato, è stata realizzata esclusivamente con risorse della Fondazione Roma, la quale si preoccuperà di gestirla anche per il futuro, senza oneri a carico del soggetto pubblico e dei residenti. Il tutto con la collaborazione auspicabile, in via continuativa, sotto il profilo scientifico, con il Villaggio da parte del team di Hogeway.

Il Prof. Emanuele si è, infine, rallegrato perché la sua idea pionieristica per l’Italia è stata positivamente raccolta ed emulata in altre parti d’Italia, ove sembra che nasceranno analoghi villaggi residenziali destinati ad accogliere persone con deficit cognitivo, ma ha tenuto a ribadire la primogenitura della Fondazione Roma con riguardo al concepimento dell’idea, ed all’avvio concreto della sua realizzazione.