Gerusalemme, tre palestinesi morti in scontri con polizia israeliana

Violenze scoppiate dopo nuovi limiti ad accesso Moschea Al Aqsa

LUG 21, 2017 -

Roma, 21 lug. (askanews) – E’ di almeno tre morti e oltre cento feriti il bilancio provvisorio delle vittime degli scontri fra polizia israeliana e fedeli palestinesi scoppiati nei pressi della Spianata delle Moschee, nella Città Vecchia di Gerusalemme, e in altre località della Cisgiordania dopo la decisione delle autorità dello Stato ebraico di permettere l’ingresso nel terzo luogo sacro dell’Islam esclusivamente alle donne e alle persone con più di cinquant’anni di età.

La prima vittima è stata identificata come Muhammad Sharaf, residente nel quartiere di Ras al-Amud, nella Città Vecchia, ferito secondo le prime testimonianze da un proiettile sparato da un colono ebraico e deceduto in ospedale; i familiari ne avrebbero già eseguito la sepoltura nel timore che le autorità israeliane ne confiscassero il corpo.

Un secondo palestinese, identificato come Mohammad Abu Ghannam, residente nel quartiere di al-Tur, è deceduto in ospedale in seguito alle ferite riportate negli scontri con la polizia israeliana, senza che si abbiano ulteriori dettagli sulle esatte circostanze della morte; la terza vittima è stata invece colpita da un proiettile al petto nella località cisgiordana di Abu Dis. Secondo quanto reso noto dalla Croce Rossa Internazionale i feriti sono almeno 109, di cui 38 ricoverati in ospedale.

La spianata delle Moschee – per gli ebrei il Monte del Tempio, ugualmente un luogo santo – è stata fonte di gravi tensioni negli ultimi giorni in seguito all’attacco terroristico contro due poliziotti israeliani, uccisi il 14 luglio scorso: gli assalitori infatti vi si erano rifugiati prima di essere abbattuti dalla sicurezza. Da allora il governo israeliano ha deciso di installare dei metal detector all’ingresso del sito, misura aspramente contestata dai palestinesi che per protesta hanno deciso da domenica scorsa di radunarsi a pregare all’esterno della Spianata.

Proprio per evitare un eccessivo affollamento della Città vecchia nel venerdì, principale giornata di preghiera islamica, e quindi ulteriori problemi di sicurezza la polizia israeliana ha deciso di consentire l’ingresso nella zona alle donne e ai soli ultracinquantenni, provvedimento peraltro non inedito e che mira a ridurre il rischio di attentati.

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha tuttavia più volte assicurato di non voler alterare in alcun modo lo status quo (non scritto) che permette ai musulmani di accedere liberamente al sito mentre gli ebrei devono limitarsi ad ore precise (e senza potervi pregare); di fatto, lo Stato ebraico controlla l’accesso alla Spianata ma la gestione degli edifici di culto è affidata alla Giordania.

Amman ha chiesto la “immediata e totale” riapertura del sito ai fedeli, lanciando un appello alla comunità internazionale perché intervenga sulla questione; ieri era stato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan a chiedere la rimozione dei metal detector “vista l’importanza della Spianata delle Moschee per tutto il mondo musulmano”.

Mgi/Ska