Paolo Borsellino, Regione Lazio ricorda la strage di via D’Amelio

Cioffredi (osservatorio legalità): "La memoria va alimentata"

LUG 18, 2017 -

Roma, 18 lug. (askanews) – Il 19 luglio di 25 anni fa alle 16.58 una Fiat 126 imbottita di tritolo viene fatta esplodere in via D’Amelio a Palermo uccidendo Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta: Emanuela Loi, Claudio Traina, Agostino Catalano, Walter Cosina e Vincenzo Li Muli. Una strage che seguì quella di Capaci, due episodi sanguinosi che per Nicola Zingaretti, Presidente della Regione Lazio devono rimanere nella nostra memoria e che non è possibile dimenticare. “Storie e nomi che sono scolpiti nella memoria collettiva della nostra Repubblica così come quelli di tutte le vittime innocenti di mafia. Quegli uomini, oggi, costituiscono punti di riferimento vitali per tutti noi” ha detto. “La memoria di persone come Falcone e Borsellino continua ad accompagnarci nel nostro impegno contro le mafie radicate a Roma e nel Lazio cosi come per la ricerca della verità sulla strategia stragista di cosa nostra nel biennio 92/93” ha aggiunto Gianpiero Cioffredi, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza e Legalità della Regione Lazio. “Alimentare la memoria cosi come ci ha insegnato don Luigi Ciotti non è soltanto un omaggio doveroso a donne e uomini di grande valore. La memoria di Falcone e di Borsellino comprende per noi la ribellione civile all’oppressione mafiosa che proprio da quei drammatici giorni ha avuto un enorme sviluppo in termini di impegno dello Stato.Con la Giunta Zingaretti la Regione Lazio ha fatto una scelta di campo netta contro le mafie la cui presenza nei nostri territori che spesso viene rimossa e nel migliore dei casi minimizzata” ha proseguito Gianpiero Cioffredi. (Segue)