Con glaucoma estate difficile. Luce forte aumenta fastidi

Occhi molto più sensibili e vanno protetti adeguatamente

LUG 13, 2017 -

Roma, 13 lug. (askanews) – Per chi è predisposto o soffre già di glaucoma l’estate è un periodo difficile. Perché se il sole è nemico della vista in generale, lo è in particolare degli occhi con glaucoma, una patologia sempre più neurologica, strettamente collegata ai radicali liberi e costantemente in aumento. Ma il paziente con glaucoma corre dei rischi?

Alcuni studi dimostrano che l’esposizione prolungata al sole senza una protezione adeguata può provocare danni permanenti agli occhi. La luce ultravioletta (UV), che si riflette maggiormente sulla sabbia e sull’acqua, può provocare una bruciatura sulla superficie dell’occhio (cornea e congiuntiva). L’esposizione a lungo termine può influenzare non solo la superficie dell’occhio, ma anche le strutture interne, tra cui la retina.

L’esposizione non protetta alla luce UV è un fattore di rischio per la cataratta e la degenerazione maculare, ma per il glaucoma? “Non c’è un nesso tra il sole e questa patologia – chiarisce Carlo Nucci Direttore della Clinica Oculistica dell’Università di Milano – piuttosto per chi soffre di questa patologia dell’occhio il problema è l’eccesso di luce che rappresenta un fastidio enorme perché gli occhi sono molto più sensibili. Un noto ricercatore inglese, sostiene che l’esposizione alla luce potrebbe rappresentare un fattore di stress per la retina perché determina una maggior richiesta energetica e di conseguenza la necessità di metabolizzare un maggior numero di radicali liberi e poiché nel glaucomatoso il mitocondrio funziona male la luce potrebbe in via teorica rendere le cellule retiniche più suscettibili al danno”.

Dunque a maggior ragione per i pazienti con glaucoma vale la raccomandazione che da sempre viene fatta in estate a tutti: proteggere gli occhi indossando occhiali da sole e un cappello largo con visiera. Gli occhiali da sole possono schermare quasi il 99-100 per cento della luce UV e ridurre al minimo lo stimolo dannoso.