Milano, 4 lug. (askanews) – Dopo nove anni di oscuramento a causa delle paratie il lago di Como è di nuovo quasi del tutto visibile dalla passeggiata. Da venerdì 29 giugno le recinzioni sono state infatti eliminate e, in attesa della ripresa dei lavori per le opere anti-esondazione, il cui cantiere non partirà prima del prossimo anno e durerà al massimo per due anni, è stata anche sistemata la pavimentazione. La passeggiata ora è fruibile quasi completamente (due porzioni resteranno inaccessibili a causa della struttura del cantiere). Per completare l’opera serviranno un nuovo progetto e un nuovo appalto. Il cantiere dovrebbe ripartire nel 2018, ma il presidente della Regione Lombardia ha garantito che il lago non sarà più oscurato.
Per l’eliminazione delle grate è stato detereminante l’intervento dei cittadini che, grazie alla campagna lanciata dal quotidiano La Provincia, ha chiesto a gran voce lo sbocco della situazione. La prima mobilitazione è del maggio 2016 con oltre 60mila cartoline realizzate dall’artista comasco Pierpaolo Perretta (Mr Savethewall) raffiguranti il lago ingabbiato o le panchine con vista palizzate in legno firmate da comaschi e turisti e consegnate alla Presidenza del Consiglio.
Nel marzo scorso c’è stata poi l’affissione di 60mila lucchetti colorati sulle recinzioni, per chiedere di restituire il lago alla città . Entrambe le mobilitazioni hanno avuto il sostengo in massa di comaschi, turisti e personaggi famosi (tra gli altri: Javier Zanetti, Gianluca Zambrotta, Andrea Vitali, Davide Van De Sfroos, Carlo Recalcati, Loris Capirossi, Daniel Libeskind, Stefano Boeri, Oscar Farinetti, Federico Moccia) esasperati dalla vicenda e desiderosi di far tornare il lago all’antico splendore.
La vicenda delle paratie inizia nel 1995 quando la giunta comunale approva il primo progetto. Per ridurre i costi, al posto delle paratie mobili compaiono barriere fisse. I lavori partono l’8 gennaio del 2008. Durata prevista: 1.085 giorni. Costo ipotizzato: 12 milioni di euro. Nel 2010, dopo numerose proteste, inizia la demolizione del muro sul lungolago. I lavori continuano fino al 2012 quando vengono fermati per rivedere il progetto. Nel gennaio del 2016 la variante viene però bocciata dall’Anticorruzione anche perché la spesa è lievitata a 33 milioni di euro. Vengono poi arrestati i due ex sindaci Stefano Bruni e Mario Lucini. Da dicembre 2016 la situazione è gestita direttamente dalla Regione Lombardia.