Unaitalia: in 5 anni dimezzato uso farmaci in allevamenti avicoli

-23,7% in 2016 e -40% nel triennio 2013-2015

GIU 27, 2017 -

Roma, 27 giu. (askanews) – Una riduzione dell’uso di farmaci antibiotici negli allevamenti avicoli italiani del 23,7% rispetto al 2015, che si aggiunge alla riduzione del 40% registrata, rispetto al dato del 2011, nel triennio 2013-2015. L’Italia, il sesto maggiore produttore di carni avicole in Europa e il terzo produttore europeo di uova, ha “una filiera avicola che è una eccellenza” ed è impegnata già da anni nella riduzione dell’uso di farmaci antibiotici dimezzando, in soli cinque anni, il loro utilizzo negli allevamenti. “Un risultato – ha spiegato la direttice di Unaitalia, Lara Sanfrancesco, durante la quinta assemblea generale tenutasi oggi a Roma – che neanche noi credevamo di raggiungere così in fretta”.

Il risultato, certificato dall’organismo indipendente CSQA, è stato raggiunto grazie all’attivazione dal 2013, su base volontaria, di un piano nazionale per la razionalizzazione dell’uso di antibiotici. Si tratta del più importante intervento organico di riduzione e razionalizzazione dell’uso del farmaco in ambito zootecnico in Italia, fatto proprio dallo stesso Ministero della Salute ed emanato nel luglio 2015. La riduzione dell’uso di antibiotici, che vengono impiegati esclusivamente a scopo curativo e su precrizione medica del veterinario, va incontro anche a quella parte di italiani che credono in una delle fake news più diffuse sul pollo, ovvero che le carni contengano residui di antibiotici. Una cosa “impossibile perché nei controllatissimi allevamenti italiani è sempre rispettato il periodo di sospensione, cioè il tempo necessario affinché il farmaco sia smaltito prima che il pollo venga avviato al consumo”. Così come è impossibile che, altra fake news, vi siano ormoni nella carne bianca, visto che “da 40 anni in Europa – ha spiegato Maria Caramelli, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico di Torino – sull’uso di ormoni c’è la tolleranza zero. E’ dagli anni Ottanta che non si usano più e oggi la crescita dei polli è dovuta semplicemente a una selezione della razza e da una grande attenzione ai mangimi e alle condizioni di allevamento”.

Per quanto riguarda la riduzione dell’uso di farmaci antibiotici, per il 2017 il piano permetterà di consolidare e migliorare i risultati ottenuti attraverso l’impegno mirato alla riduzione delle molecole critiche e importanti per la salute umana: infatti, dopo l’abbandono delle cefalosporine di 3° e 4° generazione a partire dal 2009, oltre alle altre cefalosporine tradizionali, il nuovo piano prevederà il bando dell’uso della colistina nel pollo da carne. Un percorso che si accompagna a quello di prosecuzione delle buone pratiche di allevamento, specialmente per quanto riguarda il benessere animale, e che punta a valorizzare l’intera filiera, composta da 18.500 allevamenti, che impiegano 38.500 addetti, con un fatturato di 5,4 milioni di euro.

Proprio nell’ottica di valorizzare le buone pratiche, oggi Unaitalia ha promosso la prima edizione del premio “Avicoltore dell’anno: premio 2017 migliri pratiche del settore avicolo italiano”. Sei i vincitori, scelti da una giuria di esperti composta dal direttore di Unaitalia Lara Sanfrancesco, dal vice segretario generale di Altroconsumo Franca Braga e da Maria Caramelli, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta, selezionati tra decine di candidature di giovani allevatori che offrivano i migliori standard qualitativi e innovativi di allevamento. I premiati sono Salvatore Angelo, Enrico Bolognesi, Roberto Drigani, Claudio Grosselle, Amalia Mascia e Mirco, Diego e Corrado Cavicchi.