Mondadori: nuova illuminazione sede gruppo per celebrare 110 anni

Realizzata da Mario Nenni. In scena questa sera

GIU 21, 2017 -

Milano, 21 giu. (askanews) – È il solstizio d’estate il giorno scelto dal Gruppo Mondadori per inaugurare l’intervento di restauro artistico permanente dell’illuminazione di Palazzo Mondadori, opera di Oscar Niemeyer. Un progetto di rinnovamento importante su un edificio iconico dell’architettura contemporanea, a livello nazionale e internazionale, e con il quale il Gruppo Mondadori vuole celebrare 110 anni di storia.

“In questi anni il Gruppo Mondadori è mutato, approdando a una nuova solidità e prospettiva focalizzandosi sui suoi fondamentali, le attività legate ai libri e ai magazine, tradizionali e in digitale. E mi piace vedere in questa capacità di innovare, senza dimenticare le proprie radici, una analogia con l’edificio che Niemeyer ha progettato per la Mondadori e che ogni giorno stupisce per la sua modernità visionaria, fatta di solidi elementi architettonici tradizionali in armonia con forme di straordinaria creatività: un’architettura che si offre sempre nuova al nostro sguardo; al tempo stesso storia e, con questo nuovo intervento, sempre più futuro”, ha sottolineato Ernesto Mauri, Ad del gruppo Mondadori.

L’edificio, di proprietà del Gruppo Generali e sede del Gruppo Mondadori dal 1975, fu costruito secondo i tre fondamentali principi vitruviani (utilitas, firmitas e venustas) per rispondere alla necessità di avere grandi spazi di lavoro per un’impresa simbolo dell’eccellenza italiana. Grazie all’opera luminosa permanente realizzata da Mario Nanni, il Palazzo Mondadori verrà svelato attraverso una nuova luce, intesa come linguaggio narrativo capace di raccontare la vita dell’edificio, la struttura delle sue arcate. Mario Nanni ha realizzato un’opera totale nella quale confluiscono luce, cinema, musica e editoria; un lavoro dedicato al giorno e alla notte, per rendere quotidianamente omaggio alla vita, al pensiero e alla bellezza. Un’opera per chi lavora nell’edificio e per chi lo vedrà solo da lontano: un’opera per tutti.

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