Opere di Palmira in mostra a Aquileia dopo la furia dell’Isis

La mostra apre il 2 luglio in Friuli Venezia Giulia

GIU 16, 2017 -

Roma, 16 giu. (askanews) – Guerre e devastazioni naturali hanno distrutto, a volte cancellato, le architetture, l’arte e i manufatti artistici delle popolazioni mondiali di ogni tempo. Brucia ancora la memoria dei bombardamenti della seconda guerra mondiale che hanno inflitto ferite profonde all’architettura e all’arte del nostro Paese e di tutta l’Europa. Ma mai si era visto, mai si era assistito, in tempi recenti, al sistematico tentativo di annientare l’altro, attraverso la distruzione della sua cultura, del suo patrimonio, delle vestigia più lontane e profonde che ci han reso ciò che siamo e che pensiamo, nel tentativo di attuare una “pulizia culturale”, come la definisce Irina Bokova, direttore generale dell’Unesco, specchio delle peggiori pulizie etniche. Ancora scorrono vivide le immagini della furia iconoclasta perpetrata dal cosiddetto Stato islamico (Isis) a Palmira, l’atroce fine di Khaled al-Asaad, il direttore generale delle antichità di Palmira, barbaramente decapitato il 18 agosto 2015 per essersi rifiutato di lasciare la città e collaborare con i terroristi.

“Volti di Palmira ad Aquileia”, la mostra che apre il 2 luglio al Museo Nazionale Archeologico di Aquileia, è la prima dedicata in Europa alla città dopo le distruzioni recentemente perpetrate. Un’altra tappa, dal fortissimo valore simbolico, di quel percorso dell'”Archeologia ferita”, che la Fondazione Aquileia ha intrapreso nel 2015 con la mostra dei tesori del Bardo di Tunisi” per dare conto di quanto accade ormai da anni nei Paesi teatro di distruzioni e violenze operate dal terrorismo fondamentalista, mostrando al pubblico opere provenienti da quei siti.

L’esposizione, a cura di Marta Novello e Cristiano Tiussi – realizzata dalla Fondazione Aquileia in collaborazione con il Polo Museale del Friuli Venezia Giulia e il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia grazie ai prestiti concessi dal Terra Sancta Museum di Gerusalemme, dai Musei Vaticani, dai Musei Capitolini, dal Museo delle Civiltà-Collezioni di Arte Orientale “Giuseppe Tucci”, dal Museo di Scultura Antica “Giovanni Barracco”, dal Civico Museo Archeologico di Milano e da una collezione privata – raccoglie sedici pezzi originari di Palmira – alcuni dei quali riuniti per la prima volta dopo la loro dispersione nelle collezioni occidentali – e otto da Aquileia che vogliono dimostrare, pur nella distanza geografica e stilistico-formale, il medesimo sostrato culturale e formule iconografiche affini delle due città. La mostra ha ricevuto il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e del Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale ed è realizzata anche grazie al sostegno di Gruppo Danieli, Friulana Gas, Cassa Rurale Fvg, e Confindustria Udine.(Segue)