Sciopero dei penalisti: slitta ancora il processo a Maroni

Sesto rinvio consecutivo per un procedimento fermo da metà marzo

GIU 15, 2017 -

Milano, 15 giu. (askanews) – Sesto rinvio consecutivo per il processo milanese a carico del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, accusato di aver esercitato pressioni per favorire due sue ex collaboratrici che avevano lavorato con lui al Ministero dell’Interno. I difensori di tutti gli imputati aderiscono infatti all’astensione proclamata dall’Unione delle Camere Penali per dire no alla riforma della giustizia. Tra loro anche Domenico Aiello, legale del governatore lombardo, che ha deciso di incrociare le braccia insieme ai suoi colleghi. Il processo che vede Maroni imputato per induzione indebita e turbata libertà di scelta del contraente è fermo dall’udienza del 16 marzo proprio per le precarie condizioni di salute di Aiello, colpito nei mesi scorsi da un forte mal di schiena che gli ha impedito di partecipare alle udienze. A sancirlo non sono stati soltanto i certificati medici trasmessi dal legale al Tribunale, ma anche lo stesso medico fiscale incaricato dai giudici della Quarta Sezione Penale di accertare la legittimità del suo “impedimento”, per dirla in termini legali.

Nel tentativo di sboccare una situazione di stallo che prosegue ormai da tre mesi, il collegio presieduto da Maria Teresa Guadagnino aveva anche nominato come legale d’ufficio l’avvocato Lapo Beccattini che nell’udienza del 18 marzo scorso si è dichiarato incompatibile a difendere Maroni per un presunto conflitto di interessi: uno dei suoi colleghi di studio difende infatti uno degli imputati nel processo su Infrastrutture Lombarde che vede Regione Lombardia, assistita dallo stesso Aiello, parte civile. Oggi, invece, è stato lo sciopero delle Camere Penali ha far saltare per l’ennesima volta l’udienza. Si torna in aula il 6 luglio prossimo, giorno in cui sono previsti gli ultimi testimoni dell’accusa. Poi il processo resterà fermo per la pausa estiva fino a settembre.

(segue)