Veterinari Anmi: troppo pochi vaccinano il cucciolo di casa

"Atteggiamento che non aiuta a eradicare malattie pericolose"

GIU 12, 2017 -

Roma, 12 giu. (askanews) – “Si tratta di una percentuale piuttosto bassa e insufficiente, indice di un atteggiamento che non aiuta ad eradicare malattie infettive pericolose, anche mortali per i nostri animali, come la parvovirosi e il cimurro. Siamo molto lontani dal desiderato 95%, soglia raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per gli esseri umani, ma che permetterebbe di ottenere la cosiddetta ‘immunità di popolazione’, anche tra i nostri amici a quattro zampe”. Così Marco Melosi, presidente dell’Associazione nazionale medici veterinari (Anmvi) commenta i dati di una ricerca GfK Eurisko, uscita pochi giorni fa, secondo la quale solo il 46% dei proprietari di cani e gatti fa vaccinare il proprio animale.

“La ricerca – aggiunge – dimostra che c’è ancora molto da fare: in particolare per i cuccioli di cane, che sono estremamente vulnerabili alle malattie infettive ma al tempo stesso hanno bisogno di socializzare fin dalla tenera età con i propri simili. La vaccinazione, inoltre, deve essere eseguita esclusivamente dal veterinario, unica figura in grado di valutare e garantire la salute dei nostri amici a quattro zampe, attraverso la definizione di un piano vaccinale adeguato e modulato sulle esigenze di ogni singolo animale”.