Milano, 7 giu. (askanews) – Il Refugee Food Festival, dopo la prima edizione in Francia, approda in Italia. L’Agenzia Onu per i rifugiati (UNHCR), insieme a Food Sweet Food, organizzano all’interno di Eataly Milano Smeraldo, Eataly Roma Ostiense e Eataly Bari che apriranno le porte delle loro cucine a chef rifugiati.
Eataly, si legge in una nota, “sta dalla parte di chi è stato costretto a fuggire dalla guerra e dalle violenze”. Questi chef, attraverso la propria cucina, potranno mettere così in evidenza il loro talento per concretizzare la loro integrazione professionale. Integrazione che passa anche dalla collaborazione con l’Associazione culturale Origens a Bari, la cooperativa Farsi Prossimo a Milano e il ristorante Altrove di Roma il cui staff multiculturale è composto da professionisti provenienti dai corsi del Progetto Matechef.
“Nessuno di noi decide dove nascere. Per questo è fondamentale ricordarsi il valore dell’accoglienza e dell’integrazione – ha commentato Oscar Farinetti, fondatore di Eataly – valori strategici per costruire il futuro della nostra società. All’interno di Eataly accoglienza e integrazione si concretizzano nell’interazione, ovvero il lavoro fianco a fianco e lo scambio di culture e competenze. Siamo felici che il Refugee Food Festival faccia da cassa di risonanza e ci dia, una volta di più, l’occasione per dimostrarlo”.
A Eataly Milano Smeraldo, 16 giugno è in programma lo show cooking con Alganesh, chef rifugiata etiope del ristorante Africa Experience a Venezia, e Viviana Varese, resident chef una stella Michelin di Alice Ristorante, che insieme rivisiteranno un piatto della tradizione etiope. Il 20 giugno poi 4 rifugiati di diversi Paesi cucineranno presso 4 ristoranti di Eataly Smeraldo.
A Eataly Bari, il 18 giugno aperitivo con tre pietanze afghane accompagnato da un cocktail da gustare in terrazza di Eataly, con una chef dell’Associazione Origens ai fornelli. Infine a Eataly Roma Ostiense, il 20 giugno cena a buffet con sapori e tradizioni del mondo realizzato dallo staff di Altrove affiancato da tre chef rifugiati.