Papa: Pio XII rischiò per salvare gli ebrei dalla deportazione

Nel corso della messa mattutina a Casa Santa Marta

GIU 5, 2017 -

Città del Vaticano, 5 giu. (askanews) – “Quanti hanno rischiato, incominciando da Pio XII, per nascondere gli ebrei, perché non fossero uccisi, perché non fossero deportati!”. Lo ha detto il Papa nel corso della messa mattutina a Casa Santa Marta.

Compatire, ha detto il Papa a quanto riportato dalla Radio vaticana, significa “soffrire con chi soffre. Un’opera di misericordia non è fare una cosa per scaricare la coscienza: un’opera di bene così sono più tranquillo, mi tolgo un peso di dosso … No! E’ anche compatire il dolore altrui. Condividere e compatire: vanno insieme. E’ misericordioso quello che sa condividere e anche compatire i problemi delle altre persone. E qui la domanda: io so condividere? Sono generoso? Sono generosa? Ma anche quando vedo una persona che soffre, che è in difficoltà, anche io soffro? So mettermi nelle scarpe altrui? Nella situazione di sofferenza?”. Agli ebrei deportati in Assiria era vietato seppellire i propri connazionali: potevano essere a loro volta uccisi. Così Tobi rischiava. Compiere opere di misericordia – afferma il Papa – significa non solo condividere e compatire, ma anche rischiare: “Ma tante volte si rischia. Pensiamo qui, a Roma. In piena guerra: quanti hanno rischiato, incominciando da Pio XII, per nascondere gli ebrei, perché non fossero uccisi, perché non fossero deportati! Rischiavano la pelle! Ma era un opera di misericordia salvare la vita di quella gente! Rischiare”.