Cucchi, la famiglia: sinora processate persone sbagliate

Cittadinanzattiva: introdurre un vero reato di tortura

GIU 5, 2017 -

Roma, 5 giu. (askanews) – “Sinora sono state processate le persone sbagliate. Adesso con la fase ‘bis’ speriamo di arrivare alla verità. E’ un cammino lungo quel che è stato compiuto”. Lo ha detto l’avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia di Stefano Cucchi nel corso di un incontro con la stampa nel tribunale di Roma. Dopo le contestazioni a carico di medici e infermieri dell’ospedale ‘Sandro Pertini’ così come di agenti di polizia penitenziaria si è arrivati alle imputazioni nei confronti dei carabinieri che effettuarono l’arresto di Stefano per spaccio di droga. Ilaria, la sorella del giovane geometra morto ad una settimana dal suo ingresso in carcere, ha spiegato: “In questa vicenda si sono accumulate consulenze e perizie. Dietro ad ogni angolo si è nascosto chi picchiò Stefano. Oggi si può affermare che lui fu oggetto di un pestaggio, ma per molto tempo si è detto di decesso sopravvenuto per cause naturali e dovuto al massimo a colpe mediche”.

L’associazione Cittadinanzattiva è sempre stata al fianco della famiglia Cucchi. Laura Liberrto, responsabile ‘Giustizia per i diritti’ spiega: “Abbiamo ottenuto per ben due volte in Cassazione l’annullamento delle sentenze emesse dalla Corte di Assise di Appello di Roma. Ci siamo stati finora per capire, perché quella era l’unica via giudiziaria aperta, consapevoli alla fine che si trattava di un percorso viziato ma anche che la nostra presenza fino alla fine fosse un contributo per tenere viva l’attenzione su questa vicenda e comprendere fino in fondo che cosa fosse accaduto anche dopo il pestaggio di Stefano. E proprio per queste stesse ragioni e con queste stesse finalità, oggi rimettiamo la nostra costituzione di parte civile nel processo a carico dei sanitari dell’ospedale Pertini di Roma. Siamo convinti che la verità sulla morte di Stefano Cucchi possa essere finalmente e chiaramente affermata nel processo ‘Cucchi bis’, dove continueremo a fare la nostra parte”.

Ilaria ha poi aggiunto: “La scelta di Cittadinanzattiva è la dimostrazione della volontà di essere al fianco della famiglia di Stefano Cucchi, come è sempre stato in tutti questi anni, della Procura di Roma e di battersi per la verità. E per questo li ringrazio”. La Liberto ha continuato: “Noi ci siamo perché la verità sulle responsabilità del decesso di un ragazzo che è entrato vivo in una caserma dei carabinieri, in seguito ad un arresto per detenzione di stupefacenti, e dopo una settimana è morto in ospedale per le botte ricevute quando era nella custodia dello Stato e nelle mani dei ‘servitori’ dello Stato, è una questione che riguarda tutti i cittadini. Ci siamo per rimarcare che è questa l’unica questione di verità che riguarda tutti e che tutti dobbiamo reclamare; ci siamo a fronte della reiterata incapacità di pronunciare una parola chiara e definitiva di giustizia su questa morte; ci siamo perché non accada ad altri; ci siamo per arginare i tentativi ignobili di portare la vittima sul banco degli imputati; ci siamo accanto ai familiari di Stefano che hanno saputo convertire il loro dolore in forza e rendere questa battaglia per la verità una battaglia di tutti”.