Negata la perizia psichiatrica per l’accoltellatore Ismail Hosni

Era capace di intendere e di volere

MAG 22, 2017 -

Milano, 22 mag. (askanews) – Ismail Hosni era perfettamente consapevole al momento di aggredire a colpi di coltello i due militari e il poliziotto della Polfer che giovedì scorso lo avevano fermato alla Stazione Centrale di Milano per un controllo di documenti. Lo sottolinea il gip Manuela Scudieri in un passaggio dell’ordinanza con cui ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere per il 20enne italo tunisino accusato di tentato omicidio e resistenza e indagato anche per terrorismo internazionale. Il giudice milanese ha insomma bocciato la perizia psichiatrica chiesta dal difensore di Hosni sottolineando che, dalle indagini, non sono emersi dubbi sulla capacità di intendere e di volere del 20enne.

Honsi è tuttavia considerato un detenuto a rischio: a San Vittore gli è stata assegnata una cella singola ed è sorvegliato a vista, 24 ore su 24, nel reparto osservazione psichiatrica. Nell’interrogatorio di garanzia di ieri, il giovane ha chiarito di aver rubato i due coltelli usati nell’aggressione in un supermercato e di averlo fatto “per difendermi. Sono sempre solo e in stazione c’erano persone che volevano farmi del male”. Ma il suo racconto, sottolinea il gip Scudieri nell’ordinanza, non è credibile.

Gli esami tossicologici hanno accertato che, al momento dell’aggressione, Hosni era sotto effetto di cocaina. L’uso abituale di stupefacenti e pillole accanto al possesso di due armi da taglio rappresentano due elementi che, secondo il giudice milanese, denotano la pericolosità sociale dell’italo-tunisino. Che deve restare in carcere non solo perché potrebbe colpire ancora ma anche per il pericolo di fuga particolarmente elevato per una persona senza fissa dimora come lui.