Cyberbullismo, operatori multimediali: in scuole docente dedicato

Bellalba (Feicom): ritardare approdo figli al mondo social

MAG 16, 2017 -

Roma, 16 mag. (askanews) – “Il web è un mezzo fantastico ma a volte cela dimensioni spaventose, soprattutto se si è genitori”. Lo sottolinea Davide Antonio Bellalba, presidente di Feicom, la Federazione Italiana Comunicatori e Operatori Multimediali, commentando lo sbarco in aula alla Camera del disegno di legge contro il cyberbullismo e l’avvio della discussione generale dopo il passaggio del testo al Senato.

La federazione, nata da qualche mese, raggruppa e tutela figure fondamentali nell’attività internet, dai social media manager ai webmaster. E sin dall’esordio ha aperto un faro sulla tutela dei minori dai rischi del web e del cyberbullismo con l’avvio di un Osservatorio Permanente su Multimedialità e Minori.

“Pensiamo debba diventare un punto di riferimento, al fianco di associazioni ed enti che già si occupano di questa purtroppo attuale tematica che vede gli episodi in costante aumento – spiega Bellalba -. Il bullo 3.0 non è più il ragazzo che picchiava gli altri a scuola, oggi non perpetra più violenza fisica ma una fortissima violenza psicologica attraverso la sua attività sui social. Le famiglie potrebbero già fare tanto ritardando proprio l’approdo dei propri figli proprio al mondo social”.

Per quanto riguarda la legge in discussione, “è importante che l’approvazione arrivi prima dell’inizio delle scuole, per iniziare con un imprinting diverso”. “Per la formazione del personale scolastico certo ci vorrà del tempo – aggiunge Bellalba -. La cosa veramente importante è legata al fatto di istituire per ogni scuola un docente che sia per gli allievi un vero puunto di riferimento in materia di rischi del web, offra sicurezza e sia capace di monitorare cosa accade nelle reti di quella scuola, anche per segnalare alle autorità competenti il verificarsi di fatti di cyberbullismo, e non solo”.

Pronto, da parte di Feicom, anche un progetto specifico: “stiamo lavorando, sentiremo a breve i nostri ministeri di riferimento, Mise e Giustizia, ad un progetto per una reale tutela digitale dei minori. Faccio degli esempi, ci sono app il cui scarico è possibile senza nessun controllo rispetto all’età del soggetto che lo scarica. Ancora, si potrebbe lavorare per un accesso alla rete da smartphone solo in determinati orari, generando così una sorta di parental control. Su questo vanno stimolate in primis le compagnie di telefonia”.