Corona, poliziotto: Sculli era minaccia seria, lui spaventato

Il testimone: "Buona parte del mio ufficio lavorava solo per lui"

MAG 16, 2017 -

Milano, 16 mag. (askanews) – “Conosciamo bene Giuseppe Sculli, sappiamo che è un grosso malavitoso. Sculli chiese a Corona una grossa somma di denaro, mi sembra 500 mila euro. Non era un prestito, ma una tentata estorsione. La sua era una minaccia seria, tanto che ho visto Corona veramente spaventato”. Parola del sovrintendente di polizia del commissariato Garibaldi-Porta Venezia di Milano incaricato di sorvegliare gli spostamenti dell’ex fotografo dei vip durante il periodo di affidamento in prova sul territorio e di accertare il rispetto di orari, spostamenti e delle altre direttive stabilite per lui dal Tribunale di Sorveglianza che gli aveva concesso una misura alternativa al carcere. “Buona parte del mio ufficio lavorava esclusivamente per lui perché tutti gli uffici di polizia in tutta Italia dovevano essere informati se e quando Fabrizio si trovava in un determinato luogo e segnalarci eventuali violazioni. Per quanto ne so io, Corona ha sempre rispettato orari e percorsi stabiliti dal giudice”, ha messo in chiaro l’agente di Polizia, ascoltato oggi come testimone nel processo che vede Corona imputato per aver nascosto circa 2,6 milioni di euro in contanti, in parte murati nel controsoffitto dell’appartamento della sua storica collaboratrice Francesca Persi e in parte depositati in due cassette di sicurezza di una banca di Innsbruk, in Austria.

Durante la sua deposizione, il testimone ha parlato soprattutto della lite scoppiata tra l’ex fotografo e l’ex calciatore calabrese di serie A il 1 agosto scorso al Radetzky, noto locale della movida milanese. “Fabrizio mi raccontò quell’episodio, lo esortai a presentare denuncia perché voleva evitare eventuali conseguenze. Ho insistito parecchio, ma non c’è stato verso di convincerlo”.

(segue)