Alimenti, ecco il laser che scopre cibo malconservato o adulterato

Lo hanno messo a punto i ricercatori dell'Enea

MAG 11, 2017 -

Roma, 11 mag. (askanews) – Un laser in grado di rilevare in pochi secondi la presenza di sostanze tossiche nei cibi direttamente sui banconi di mercati e supermercati, a causa di una cattiva conservazione, ad esempio l’istamina nel pesce, o per l’aggiunta di composti chimici, come ad esempio l’adulterazione del latte in polvere con composti utilizzati generalmente per colle e plastiche come la melammina. Il dispositivo sarà presto diponibile grazie alle potenzialità delle tecnologie Enea per contrastare le frodi alimentari, sviluppate dai ricercatori del Centro di Frascati insieme a sei partner industriali nell’ambito del progetto triennale SAL@CQO finanziato con 3 milioni di euro dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Queste tecnologie anticontraffazione – spiega l’Enea nella sua newsletter settimanale – sono in grado anche di rilevare nei succhi di frutta l’aggiunta di acqua e dolcificanti non dichiarati in etichetta, nell’extravergine di oliva la presenza di olii vegetali a basso costo e nel vino un eccessivo contenuto di metanolo.

“Abbiamo sviluppato una strumentazione ottica innovativa, basata su una tecnologia laser a infrarosso, che permette di individuare le frodi alimentari e di garantire la qualità e la sicurezza del cibo che finisce sulle nostre tavole – ha spiegato Gianfranco Giubileo del Laboratorio Diagnostiche e Metrologia dell’Enea -. Per ora siamo nella fase di sperimentazione ma puntiamo a realizzare nel giro di poco tempo strumenti trasportabili e maneggevoli per un’analisi rapida e precisa del cibo sia nel punto vendita che nel luogo di produzione, da affidare alle istituzioni che si occupano dei controlli e a tutte quelle industrie e catene di distribuzione che puntano a mantenere un elevato standard di qualità. E tutto questo sarà possibile senza ricorrere a personale altamente specializzato”.

Il team di ricercatori Enea guarda oltre e sta già testando strumenti portatili in cui il raggio laser possa viaggiare lungo una fibra ottica o venga addirittura sostituito da un led. Ma non esclude di creare anche sistemi miniaturizzati e app per smartphone che permettano al consumatore di fare in pochi secondi uno screening del cibo che si sta per acquistare, per sapere se è di qualità e se è stato conservato bene, rispettando ad esempio la catena del freddo come nel caso dei surgelati.

“Attualmente – aggiunge la ricercatrice Adriana Puiu – non esistono in commercio strumenti con queste caratteristiche, cosicché i controlli anti-frode si basano su analisi di laboratorio complesse che richiedono tempi lunghi, strumentazioni costose e personale specializzato. I risultati del nostro progetto fanno ben sperare di arrivare a breve a controlli di qualità rapidi, affidabili e di semplice esecuzione”.