Lazio, Zingaretti presenta il Piano Sociale regionale

Era atteso da 18 anni

APR 27, 2017 -

Roma, 27 apr. (askanews) – Contrasto alle disuguaglianze sociali, lotta alla povertà e un welfare capace di ampliare le protezioni offerte dal sistema dei servizi sociali per rispondere meglio ai nuovi bisogni delle persone. Sono tra gli obiettivi del Piano sociale regionale 2017-2019, il documento di programmazione triennale delle politiche sociali regionali approvato dalla Giunta Zingaretti, il primo “Piano regolatore” delle politiche sociali di cui la Regione Lazio si dota dal 1999. A presentare nei dettagli il piano il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti insieme all’assessore regionale alle Politiche sociali Rita Visini che ha illustrato le peculiarità del documento e dunque dopo 18 anni l’adozione del Piano, prevista dalla riforma regionale del welfare approvata lo scorso anno, la legge 11/2016, definirà nello specifico gli indirizzi di gestione e di spesa dell’intero sistema delle politiche sociali regionali a partire da un’attenta analisi delle necessità delle comunità e dei territori.

A disposizione del Piano ci saranno le risorse del Fondo sociale regionale, costituito da risorse statali (Fondo nazionale per le politiche sociali e altri fondi nazionali finalizzati), risorse regionali e fondi europei. Gli investimenti complessivi per il triennio di programmazione del Piano sociale regionale ammontano a circa 583 milioni di euro. Il Piano – come ha chiarito Visini – si propone in particolare di raggiungere nel prossimo triennio otto “obiettivi di servizio” per razionalizzare, consolidare e migliorare il sistema integrato dei servizi e degli interventi sociali e sociosanitari in tutto il territorio regionale, in favore delle persone, delle famiglie e dei gruppi a maggior rischio di esclusione sociale. In primo luogo più investimenti per contrastare la povertà, attraverso misure integrative del reddito di inclusione da poco approvato dal Parlamento. Altro obiettivo aumentare la coesione delle comunità locali, migliorando il lavoro tra i soggetti che hanno responsabilità socio-assistenziali, compresi i destinatari degli interventi e le loro famiglie, anche attraverso le reti di solidarietà del privato sociale.

In terza battuta ridurre l’isolamento e la solitudine delle persone a maggior rischio di esclusione sociale, con particolare riferimento alle persone anziane e con disabilità, attraverso il potenziamento dei servizi domiciliari e di prossimità. E ancora assicurare servizi di qualità in tutti i territori in modo omogeneo in tutto il Lazio, diminuendo le incertezze in merito al diritto alle prestazioni sociali e sociosanitarie, introducendo i Livelli essenziali delle prestazioni sociali e accedere più facilmente ai servizi sociali, soprattutto per le persone più esposte al rischio di emarginazione sociale, attraverso l’integrazione dei sistemi di welfare e dei punti unici di accesso ai diversi servizi. Altro obiettivo generare autonomia, aumentando l’appropriatezza, la qualità e l’efficacia degli interventi, in una logica di welfare generativo mediante l’adozione di misure che favoriscono l’autonomia personale, evitando ogni forma di dipendenza assistenzialistica e poi migliorare l’efficienza del sistema mediante l’adozione di un rigoroso metodo di programmazione e valutazione dei servizi.

Il piano punta poi a incrementare la disponibilità e l’utilizzo di informazioni tempestive e di dati affidabili che consentano una buona programmazione e gestione del sistema dei servizi sociali e sociosanitari. Come spiegato oggi la realizzazione degli obiettivi del Piano sociale regionale avrà ricadute concrete su tutte le tipologie di servizi e interventi attualmente erogate dal sistema del welfare regionale: saranno potenziati i servizi per le persone anziane, in particolare quelli di semiresidenzialità e di assistenza domiciliare, grazie all’utilizzo del Fondo sociale europeo; sono previsti inoltre investimenti sulle politiche per la vita indipendente e l’autonomia delle persone con disabilità, per evitare situazioni di isolamento ed emarginazione, con il rafforzamento dell’integrazione tra servizi sociali e sanitari. Sarà predisposto un Piano regionale per l’infanzia e l’adolescenza, con l’obiettivo di migliorare l’appropriatezza degli interventi per i minori a rischio e supportare maggiormente le famiglie affidatarie e adottive attraverso la rete dei Centri famiglia regionali, in corso di istituzione; e ancora interventi di promozione delle nuove generazioni: co-housing per studenti e lavoratori fuorisede, orientamento e inclusione lavorativa, servizio civile, contrasto alla dispersione scolastica e alle devianze. Proseguirà il rafforzamento della rete di contrasto alla violenza di genere, già avviata con il raddoppio delle strutture di accoglienza realizzato negli ultimi anni. erranno garantite nuove modalità di co-progettazione e partecipazione alla gestione dei servizi sociali tra amministrazioni pubbliche e organizzazioni del terzo settore, in un’ottica di maggiore trasparenza, e saranno supportate forme di programmazione partecipata e di coinvolgimento degli utenti dei servizi. La redazione del documento (oltre duecento pagine) è il frutto di un intero anno di ascolto e di coinvolgimento delle forze sociali della Regione.