Dipendenti provincia di Varese proclamano stato di agitazione

Sindacati chiedono incontro urgente al prefetto: riaprire tavolo

APR 27, 2017 -

Milano, 27 apr. (askanews) – L’assemblea dei dipendenti ha votato all’unanimità lo stato di agitazione e le azioni di protesta da attuare verso la Provincia di Varese “che ha chiuso ogni relazione sindacale e continua ad agire unilateralmente malgrado le richieste dei lavoratori e i crescenti problemi dei servizi ai cittadini”: lo comunicano in una nota i sindacati Cgil Funziona Pubblica, Fp Cisl, Uilfpl e Cisal.

I sindacati precisano che i dipendenti non ricevono il salario accessorio dal 2013, mentre la Provincia ha approvato con delibera presidenziale numero 35 del 07.03.2017 il contratto ai dirigenti assegnando un premio di 303.000 euro per il 2016 ai 2 dirigenti restanti e per 5 mesi di lavoro a due dirigenti ora in pensione con media di oltre 100.000 euro annui a testa. La provincia, scrivono, “agisce come se i 2 dirigenti fossero i soli a lavorare nell’ente”.

I sindacati precisano che il personale resta al lavoro sulle strade, negli uffici scolastici e dell’ambiente, nella rete bibliotecaria, nella vigilanza faunistica e di protezione civile, nei centri di formazione professionale “e con gli operatori dei centri per l’impiego che operano in condizioni di disagio anche fisico dovuto alla scarsità di personale fronte a carichi di lavoro sempre crescente vista la situazione di crisi del mondo del lavoro”. Denunciano la totale mancanza di informazione e confronto sul futuro dell’Agenzia Formativa, che garantisce l’obbligo formativo alle fasce più deboli: ad oggi, dicono, non sono chiare le basi della sostenibilità di questa azienda che pare poggiare solo su entrate legate a doti scuola e sovvenzioni provinciali, senza cespiti immobiliari propri e quindi con poche garanzie per il futuro dei dipendenti.

Il consigliere delegato al personale si è auto sospeso, con la solidarietà dei sindacati che denunciano anche “la mancanza di trasparenza nelle decisioni adottate” e “l’assenza di una chiara linea politica di gestione”. Per questi motivi l’assemblea ha votato lo stato di agitazione di tutto il personale e si chiede un incontro urgente con il Prefetto per riaprire il tavolo sindacale. Intanto partiranno azioni di sensibilizzazione e informazione del consiglio provinciale e dell’assemblea dei sindaci, se non si raggiungessero risultati sarà proclamato uno sciopero con volantinaggio per informare anche i cittadini.