Salute, esercito di malati cronici pesa sul Ssn. Il Sud al palo

Osservasalute: divario Nord-Sud si riflette su aspettativa vita

APR 10, 2017 -

Roma, 10 apr. (askanews) – La salute degli italiani perde colpi. Sebbene ancora resista alle conseguenze dei cattivi stili di vita e ai ritardi nella prevenzione, “complice” anche l’invecchiamento della popolazione il nostro Paese conta oggi un esercito di malati cronici, quasi 4 italiani su dieci: circa 23,6 milioni di pazienti cui sono prescritti tanti farmaci e che spesso vanno dal medico causando un peso gravosissimo per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. Allo stesso tempo aumenta il divario Nord-Sud in termini di assistenza sanitaria e accesso al Ssn, con riflessi pesantissimi anche sull’aspettativa di vita.

E’ la fotografia scattata dal Rapporto Osservasalute 2016, illustrato oggi alla Cattolica di Roma alla presenza del ministro Lorenzin. Un’approfondita analisi dello stato di salute della popolazione e della qualità dell’assistenza sanitaria nelle Regioni italiane coordinata da Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Direttore dell’Osservatorio e Ordinario di Igiene all’Università Cattolica, e da Alessandro Solipaca, Direttore Scientifico dell’Osservatorio.

Il Sud – denuncia l’indagine – dispone di minori risorse economiche, è gravato dalla scarsa disponibilità di servizi sanitari e di efficaci politiche di prevenzione. Questa disparità di accesso all’assistenza si riflette in modo sempre più evidente sulla salute delle persone: al Sud è molto più alta la mortalità prematura sotto i 70 anni di vita, indicativo secondo l’OMS dell’efficacia dei servizi sanitari. Una popolazione sempre più vecchia, con diminuzione di nascite sotto il tasso di sostituzione, ma si riduce il numero dei centenari. E se il miglioramento degli stili di vita, anche se timido, è incoraggiante, sono in aumento i consumatori di alcolici.

Gli altri elementi evidenziati nel Rapporto riferiscono di una realtà italiana alle prese con una popolazione sempre più vecchia, con diminuzione di nascite sotto il tasso di sostituzione. Gli stili di vita non migliorano, mentre peggiora la prevenzione.

Il Rapporto è frutto del lavoro di 180 ricercatori distribuiti su tutto il territorio italiano che operano presso Università e numerose istituzioni pubbliche nazionali, regionali e aziendali (Ministero della Salute, Istat, Istituto Superiore di Sanità, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Nazionale Tumori, Istituto Italiano di Medicina Sociale, Agenzia Italiana del Farmaco, Aziende Ospedaliere e Aziende Sanitarie, Osservatori Epidemiologici Regionali, Agenzie Regionali e Provinciali di Sanità Pubblica, Assessorati Regionali e Provinciali alla Salute).