Roma, Farmacap: risolto il contratto con la Dg Simona Laing

Il commissario straordinario: "Venuto meno il rapporto fiduciario"

APR 1, 2017 -

Roma, 1 apr. (askanews) – Il commissario straordinario di Farmacap (azienda speciale farmasociosanitaria capitolina), Angelo Stefanori, ha firmato ieri la delibera che dispone, con effetto immediato e senza preavviso, la risoluzione del contratto in essere con la direttrice generale dell’azienda, Simona Laing. Il provvedimento – si legge in una nota di Farmacap -, adottato “per giusta causa”, è motivato dal “venir meno del rapporto fiduciario”. “Nel merito – spiega la nota -, la risoluzione fa seguito a una serie di contestazioni notificate dal Commissario straordinario alla direttrice generale: tra queste, la scarsa presenza in azienda, l’organizzazione di operazioni commerciali sul farmaco raro e contingentato, una procedura irregolare di licenziamento di alcuni dipendenti e, da ultimo, la chiusura del servizio RECUP disposta dal 1 aprile e fortemente contestata dal Commissario Straordinario stesso. Quest’ultimo ribadisce che ogni limitazione o sospensione dei servizi alla cittadinanza è inaccettabile, in particolare quando si tratta del diritto alla salute, costituzionalmente garantito. A ciò va aggiunta l’avvenuta presentazione, da parte della ex direttrice generale, di una proposta di bilancio che non tiene conto dei diritti acquisiti dai dipendenti (buoni pasto e arretrati) e dunque evidenzia un utile di 585mila euro che appare fittizio nella sua dimensione. Il Commissario fa notare che la nota integrativa che accompagna il bilancio non contiene una parola di commento sui costi di acquisizione delle merci (i medicinali), pari ad oltre 31 milioni di euro. Non si è voluto chiarire come hanno funzionato i relativi appalti e le percentuali di acquisto dai grossisti e dalle case farmaceutiche, che garantiscono uno sconto ben maggiore. Ad eliminare queste omissioni si provvederà da lunedì, con la ripresa della normale operatività aziendale, in primis a beneficio dei cittadini romani, che sarebbero stati, altrimenti, ingiustamente penalizzati”.