Telefono Azzurro: nel 2016 gestito un caso di bullismo al giorno

L'associazione lancia "A prova di bullo", consigli per i genitori

MAR 14, 2017 -

Milano, 14 mar. (askanews) – Telefono Azzurro nel 2016 ha gestito una media di 1 caso di bullismo al giorno tramite il team di operatori e psicologi operativi 24 ore su 24 alla linea d’ascolto gratuita 1.96.96 e la chat su azzurro.it. Il caso della babygang presa a Vigevano è una conferma che esiste un problema latente quello del bullismo che ha spinto Telefono Azzuro a realizzare gratuitamente il booklet “A prova di bullo”, una guida per i genitori per informarsi bene e agire al meglio.

Le segnalazioni di episodi di bullismo e cyberbullismo riguardano il 10% delle richieste di aiuto rivolte a Telefono Azzurro e provengono per la maggior parte dal Nord (il 46%), il 31% dal sud e isole, dal centro il 23. Addirittura il 35% degli studenti dichiara di essere stato oggetto di bullismo psicologico a scuola. Anche la sua manifestazione 2.0, il cyber bullismo, è altrettanto impietosa, come rivelano i risultati di un’indagine Doxa condotta dall’associazione, secondo cui il 48% degli intervistati ha paura di incontrare su internet persone che non sono chi dicono di essere; il 41% teme di essere contattato da estranei che chiedono numero di telefono e indirizzo o in generale informazioni personali; il 41% teme di ricevere richieste sessuali da adulti o di essere molestati nelle app di gioco (36%). Il web in generale non viene percepito come un posto sicuro, ma terreno fertile di hate speech (ogni discorso che incita la violenza o azioni mirate ad aumentare il pregiudizio contro categorie di persone) e contenuti offensivi, soprattutto che riguardavano l’orientamento sessuale (23%), la razza (20%) e le caratteristiche fisiche (16%).

“Occorrono una legge e un piano definitivo in grado di produrre interventi immediati – dichiara Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro e docente di neuropsichiatria infantile – Accanto a questo, occorre valorizzare le azioni preventive e il ruolo degli adulti: far sì, quindi, che i bambini possano crescere accompagnati da genitori e insegnanti e le vittime si sentano libere da vergogna nel denunciare, sostenute, credute e aiutate con molta attenzione, competenza e sensibilità. Nelle scuole, nelle linee di ascolto e nel rapporto quotidiano con bambini e adolescenti respiriamo un bisogno di risposte concrete. E di una necessità diffusa di informazione”.