Tumori, via ad alleanza Coni-“Insieme contro il cancro”

Sedentarietà causa ogni anno 73mila casi in Italia

MAR 9, 2017 -

Roma, 9 mar. (askanews) – Il 20% dei tumori è causato dalla sedentarietà. I benefici dell’attività fisica sono evidenti e diversi studi hanno dimostrato la sua influenza su alcune delle neoplasie più frequenti: riduce del 12% il rischio di sviluppare il cancro al seno, del 44% al colon retto e del 55% al polmone. In Italia però ancora troppi cittadini non praticano nessuno sport, i sedentari rappresentano il 39,2% della popolazione, pari a circa 23 milioni di persone. La Fondazione “Insieme contro il Cancro” e il CONI hanno siglato oggi a Roma nella sala Giunta del Comitato Olimpico un protocollo d’intesa (biennale) per promuovere campagne di sensibilizzazione sugli stili di vita sani (no al fumo, attività fisica costante e dieta corretta).

“Scienza e sport uniscono le forze in un’alleanza strategica – ha spiegato l’oncologo Francesco Cognetti, presidente di ‘Insieme contro il Cancro’ -. Complessivamente in Italia ogni anno più di 73mila casi di tumore potrebbero essere evitati grazie al movimento, con conseguenze importanti anche in termini di risparmi. Le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) consigliano circa 150 minuti a settimana, cioè 2 ore e mezza, di attività fisica aerobica, come camminare, correre, andare in bicicletta, a un ritmo moderato-intenso”. “Il movimento fisico esercita effetti preventivi e terapeutici – ha precisato – e può essere paragonato a un farmaco che, opportunamente somministrato, previene gravi malattie come i tumori e ne impedisce lo sviluppo, garantendo considerevoli vantaggi sia ai cittadini che al sistema sanitario. Ricerche dimostrano che i livelli attuali di attività sportiva in Italia facciano risparmiare 1,5 miliardi di euro l’anno al Servizio sanitario nazionale. La pratica sportiva continuativa infatti permette di evitare 25.880 malattie ogni anno (in particolare patologie cardiovascolari, ictus, tumori del seno e del colon retto, diabete di tipo II) e il ricorso a cure che costerebbero un miliardo e 283 milioni. A questa cifra si aggiungono 178 milioni di costi non sanitari. Inoltre se si abbassasse soltanto dell’1% la percentuale di persone sedentarie si otterrebbero ulteriori risparmi pari a 200 milioni di euro l’anno”.