Cucchi, Procura chiede il processo per i 5 carabinieri coinvolti

Avv. Anselmo: "Finalmente verità e giustizia sono vicine"

FEB 14, 2017 -

Roma, 14 feb. (askanews) – La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio dei cinque carabinieri coinvolti nell’inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi, avvenuta ad una settimana dall’arresto nel reparto protetto dell’ospedale Sandro Pertini il 22 ottobre 2009.

L’accusa più grave, quella di omicidio preterintenzionale, è attribuita ai militari che arrestarono il giovane e che sono ritenuti gli autori del pestaggio: Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco, quest’ultimo accusato anche di falso e calunnia. Ai tre è contestato anche l’abuso di autorità.

Chiesto il rinvio a giudizio anche per gli altri due carabinieri sui quali i pm avevano chiuso le indagini le scorse settimane: Vincenzo Nicolardi per il reato di calunnia e il maresciallo Roberto Mandolini – che comandava la stazione Appia dove nella notte tra il 15 e il 16 ottobre del 2009 venne fatto l’arresto – per calunnia e falso.

L’avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia Cucchi, all’agenzia Askanews dice: “Siamo soddisfatti: è un altro passo avanti verso un processo che attendiamo da anni nel quale finalmente ci confronteremo con chi è accusato. Verità e giustia si avvicinano. Finalmente ci siamo, ma finalmente soprattutto abbiamo recuperato la realtà dei fatti: senza quel pestaggio Stefano non sarebbe morto. Poi i giochi li faremo in aula”.