Nomadi, in Emilia R. chiudono grandi campi: via libera a micro aree

Sette i progetti finanziati dalla Regione

FEB 9, 2017 -

Roma, 9 feb. (askanews) – L’obiettivo è quello di superare i campi nomadi di grandi dimensioni. L’alternativa, proposta dalla Regione, è quella di creare microaree pubbliche e private, queste ultime autofinanziate dai nuclei che si insediano, o agevolare la scelta di abitazioni tradizionali (alloggi sul mercato o quelli popolari in presenza dei requisiti). Dei 9 progetti che vanno nella direzione indicata dalla Regione Emilia-Romagna, 7 sono stati finanziati dalla Regione stessa nell’ambito del bando, rispettivamente presentati dai Comuni di: Modena, Carpi (Mo), Camposanto (Mo), Bologna, Casalecchio di Reno (Bo), Rimini e dall’Unione di Comuni della Romagna Faentina (Ra). Il bando approvato dalla Giunta (per un investimento di un milione di euro), attua la legge regionale sull’inclusione sociale di Rom e Sinti (16 luglio 2015, n. 11). “Come avevamo deciso a inizio mandato, con questo ultimo finanziamento regionale, legato alla legge sui Rom e Sinti abbiamo inteso promuovere il superamento dei grandi campi e, laddove possibile, il trasferimento di queste comunità in aree molto piccole oppure in abitazioni, così come alcuni comuni hanno già cominciato a fare.” Commenta così la vicepresidente e assessore al welfare, Elisabetta Gualmini, il provvedimento della Giunta. “Auspichiamo davvero di diminuire le tensioni e il degrado che spesso si accompagnano ai grandi campi e di favorire situazioni di abitazione gestibili, in cui i costi e i doveri di manutenzione sono interamente nelle mani degli abitanti”.(Segue)