Sequestro per 700mila euro, tra indagati funzionari Regione Lazio

Procede il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza

GEN 27, 2017 -

Roma, 27 gen. (askanews) – I finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato beni immobili e disponibilità finanziarie per oltre 700mila euro nei confronti di 8 indagati (5 imprenditori e 3 funzionari regionali) e 5 società che avrebbero ottenuto finanziamenti pubblici in modo illecito per la realizzazione di corsi di formazione, in realtà mai svolti, finalizzati ad aggiornare ed accrescere le competenze dei lavoratori nell’ottica di sviluppare la competitività delle imprese.

Le indagini, svolte dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, hanno fatto emergere – si spiega in una nota – un complesso sistema fraudolento realizzato da varie società e dai rispettivi rappresentanti legali che, con la compiacenza di alcuni funzionari della Regione Lazio, attraverso la presentazione di progetti fittizi, sono riusciti ad incamerare fondi provenienti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e gestiti dalla Regione Lazio.

Nel complesso sono 11 le persone denunciate e 6 le società segnalate dalla Gdf. I reati ipotizzati, a seconda delle singole posizioni, sono di concorso in truffa aggravata ai danni dello Stato, corruzione e falso.

L’elemento caratteristico della truffa – si aggiunge – è consistito nell’incassare il primo acconto del finanziamento, per poi scomparire nel nulla attraverso l’interposizione fittizia di soggetti “prestanome” o il trasferimento della sede legale presso indirizzi di comodo. Le indagini hanno fatto emergere, ad esempio, che la titolarità di una delle imprese coinvolte era stata trasferita ad un cittadino extracomunitario nullatenente e la sede legale era stata stabilita presso un centro benessere.

I funzionari della Regione, intervenuti nel procedimento di approvazione, concessione ed erogazione dei fondi pubblici, sono accusati di aver favorito i rappresentanti delle società beneficiarie dei fondi accogliendo, in qualità di membri delle commissioni di gara, le domande di finanziamento pur in mancanza della prescritta documentazione e dell’avvio dei corsi. Oppure hanno omesso di revocare i finanziamenti concessi, ovvero ancora consentendo la presentazione delle domande al di fuori dei canali ufficiali, talvolta anche oltre i termini previsti dai bandi pubblici.