Street food, non solo cibi tipici ma anche veg e gluten free

Al Sigep di Rimini le ultime tendenze di un settore in crescita

GEN 25, 2017 -

Roma, 25 gen. (askanews) – Il cibo di strada non è più solo una tendenza emergente, ma una realtà economica in espansione. Solo lo scorso anno le imprese italiane della ristorazione on the road sono cresciute del 13%, superando – secondo un’elaborazione Coldiretti di dati Unioncamere, giugno 2016 – quota 2.200 e si concentrano in Lombardia, Puglia e Lazio. Lo street food è stato protagonista anche a Sigep, 38° salone internazionale della gelateria, pasticceria, panificazione e caffè, che si chiude oggi a Rimini.

“Il cibo di strada – osserva Sara Pratesi, anima di StreetFoody, un progetto innovativo dedicato ai food trucker italiani, presente al Sigep – è un business che attira tanti imprenditori perché con un investimento contenuto si aprono grandi opportunità. Per iniziare può bastare anche un piccolo Ape Car e l’attività comporta costi molto ridotti rispetto ai ristoranti tradizionali. Ma non ci si può improvvisare: la concorrenza è spietata e il pubblico è esigente. Per distinguersi e ingranare vanno curati progettazione e allestimento, con un business plan di ferro e un ottimo marketing, soprattutto in fase di avvio della start-up”.

Per prima cosa, si deve individuare un’idea forte di base. “Le tradizioni regionali italiane sono e saranno sempre apprezzate dal pubblico – spiega Sara Pratesi -. Puntare su ingredienti e piatti tipici, espressione autentica di un territorio, è sempre un’ottima mossa di partenza. La proposta può essere anche semplice, ma la parola d’ordine dev’essere qualità: se non si valorizzano le eccellenze del Made in Italy, i clienti non perdonano”. Spopolano quindi le mille declinazioni del cibo di strada all’italiana, con fritti, focacce, panini imbottiti.

Tradizione dunque, ma anche creatività. “L’innovazione può sposarsi molto bene con la tradizione – prosegue Sara Pratesi -. Ci sono alcuni filoni che si prestano bene a portare novità anche nelle ricette tipiche. A Sigep abbiamo visto rivisitazioni molto interessanti in chiave vegetariana, vegana e anche gluten free, per posizionarsi su nicchie di mercato sempre più importanti. E poi la selezione accurata di ingredienti bio fa la differenza”.

Le possibilità – spiega StreetFoody – sono tantissime per gli aspiranti food trucker italiani. Ma il percorso per arrivare a proporle nelle strade e nelle piazze è lungo. Bisogna scegliere il tipo di operatività più adatto e individuare le opportunità più interessanti, per passare poi all’allestimento del mezzo. Un percorso che vede StreetFoody al fianco dei food trucker. Si studia insieme il progetto e poi, nelle officine di Terranuova Bracciolini (AR), all’interno di uno stabilimento di 12mila metri quadri, viene realizzato il mezzo personalizzato, curando meccanica, allestimento, attrezzatura e grafica. A Sigep StreetFoody ha presentato il mezzo più piccolo e compatto, l’Ape modello Oyster, che ha sfornato le prelibate focacce calde del Toscanificio Panbriaco, mentre il Porter Flò è stato allestito in chiave super moderna con l’innovativo banco con carapine (i contenitori per il gelato) a vista. Un terzo veicolo, un Ape trasformato in gelateria itinerante, è stato protagonista dello stand di Bravo Spa, storica azienda di macchine per gelato, pasticceria, cioccolato e ristorazione.