Digitalizzazione in edilizia parte dal Demanio, patto con atenei

Politecnico Milano guida test tecnologia Bim su immobili pubblici

GEN 13, 2017 -

Milano, 13 gen. (askanews) – La filiera delle costruzioni in Italia soffre di una progressiva perdita di produttività che deve essere interrotta con l’innovazione tecnologia basata sul modello digitale Bim, che ottimizza la pianificazione, la realizzazione e anche la gestione degli edifici, compresi quelli esistenti. E’ quello che ha spinto l’Agenzia del Demanio, alla quale fanno capo 45.000 edifici dell’amministrazione centrale, a promuovere una collaborazione con il Politecnico di Milano, poi estesa alla Sapienza di Roma e alla Federico II di Napoli, per valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico da una parte e contribuire dall’altra alla diffusione nel mondo privato di questo nuovo approccio al processo edilizio.

La sperimentazione è già partita con la Certosa di Pavia, oggetto di lavori di manutenzione straordinaria finanziati con 1,5 milioni dallo Sblocca Italia, e con il Palazzo di Giustizia della stessa città, che ricaverà nuovi spazi per uffici nei sottotetti, ma si sta allargando anche a Liguria, Toscana e Puglia. Un’altra palestra per le esercitazioni del Politecnico di Milano è la Villa Mirabellino di Monza, della quale è stato realizzato un modello virtuale Bim che permette la collaborazione di tutti i professionisti coinvolti nella riqualificazione: dai progettisti, agli appaltatori, all’investitore immobiliare, con un occhio di riguardo alla sostenibilità complessiva.

“Non è un sistema perfetto – ha ammesso il direttore dell’Agenzia del Demanio, Roberto Reggi -, ma in un Paese come l’Italia, che ha la necessità di recuperare l’esistente, visto che finalmente si va verso l’azzeramento del consumo di suolo, avere un sistema che permette di sapere tutto su un immobile è fondamentale. L’alternativa è il degrado”. Tra le criticità c’è quella delle gare d’appalto, nelle quali la condivisione di tutti i dati potrebbe rendere difficile selezionare i migliori, “ma con incentivi adeguati è possibile sviluppare comunque una distinzione tra chi è più bravo e chi lo è meno. È un sistema selettivo di qualità su progetti, imprese e stazioni appaltanti” ha aggiunto Reggi.

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