Incidente Messina, Usb: procedure sicurezza solo sulla carta

"Servono visite tecniche e sanitarie, investimenti su capitanerie"

NOV 30, 2016 -

Roma, 30 nov. (askanews) – Dopo l’incidente a Messina, che è costato la vita a tre lavoratori, l’Usb lavoro privato, settore marittimi, “domanda nuovamente dove siano le istituzioni che dovrebbero controllare la corretta applicazione delle procedure di sicurezza”.

“L’Sms (Safety management system), sistema che le compagnie di navigazione avrebbero l’obbligo di applicare per tutte le procedure relative alla sicurezza della navigazione, dei lavoratori e dei passeggeri, sembra rimanere soltanto carta”, denuncia il sindacato, spiegando: “Questo sistema prevede esercitazioni, prove, abilitazioni; prevede che nel caso di pulizia di una cisterna, in special modo contenente idrocarburi, si applichi una procedura denominata ‘Accesso agli spazi chiusi’ al fine di tutelare la salute e l’incolumità di chi vi opera”. Ma “nonostante tutto questo ci sono ancora lavoratori che perdono la vita. Lavoratori sottoposti continuamente a pressioni per far sì che le navi partano ad ogni costo. Stanchezza, stress e periodi prolungati a bordo, oltre il dettato contrattuale, fanno il resto”.

“Margini e profitti vengono assicurati agli armatori che hanno rilevato le società di Stato, i quali beneficiano anche di sgravi o finanziamenti per mantenere la continuità territoriale dei cittadini italiani”, continua l’Usb, sottolineando: “Da un lato lo Stato finanzia queste aziende, dall’altro non verifica se i soldi della collettività siano spesi per l’esercizio delle flotte e per la sicurezza, o per altri scopi”.

(Segue)