Trenta giorni di tempo per nuove indagini su Piastra Expo

Fascicolo avocato dalla procura generale: no all'archiviazione

NOV 11, 2016 -

Milano, 11 nov. (askanews) – Bisognerà aspettare altri 30 giorni di tempo per sapere quale sarà il destino dell’inchiesta sulla cosiddetta “Piastra dei servizi” di Expo, la più grande gara d’appalto dell’Esposizione Universale milanese vinta nel 2012 dalla società di costruzioni veneta Mantovani con un’offerta di 149 milioni di euro, il 42% in meno rispetto alla base d’asta fissata in 272 milioni.

L’indagine, aperta nel 2014, ipotizza i reati di corruzione e turbativa d’asta a carico di 5 persone: l’ex amministratore delegato del gruppo Mantovani, Pier Giorgio Baita (già finito in carcere nel 2013 nell’ambito dell’inchiesta sul Mose di Venezia), l’ex manager di Expo Angelo Paris (pure lui già arrestato nel filone di inchiesta sulla cosiddetta “cupola degli appalti” di Expo), l’ex sub commissario di Expo Antonio Acerbo (finito ai domiciliari per l’appalto sulle “Vie d’acqua”) e i due imprenditori Erasmo e Ottaviano Cinque. Nei mesi scorsi i pm Paolo Filippini, Roberto Pellicano e Giovanni Polizzi hanno deciso di chiedere l’archiviazione del fascicolo ma la loro istanza è stata bocciata dal gip Andrea Ghinetti che ha fissato udienza per questa mattina.

Nel frattempo, però, è intervenuta la procura generale che ha deciso di avocare a sé il fascicolo, togliendo di fatto la titolarità dell’indagine alla Procura. Così questa mattina il sostituto procuratore generale Felice Isnardi si è presentato in udienza disponendo la revoca dell’archiviazione e avocando a sè l’indagine per “ulteriori approfondimenti” investigativi.

(segue)