Il pm: maschera antigas in corteo violento è devastazione

Presentato ricorso in appello contro tre dei cosiddetti "No Expo"

NOV 11, 2016 -

Milano, 11 nov. (askanews) – Indossare una maschera anti-gas durante un corteo violento “significa mettere in conto di partecipare agli scontri con le forze dell’ordine”. E farlo mentre si verificano “gravi e diffuse violenze a persone e cose” vuol dire “concorrere, almeno psicologicamente, nella consumazione del più grave delitto di devastazione”. E’ una delle argomentazioni giuridiche contenuta nel ricorso in appello presentato dal pm di Milano, Piero Basilone, contro la sentenza del gup Roberta Nunnari che il 14 giugno scorso assolse dall’accusa di devastazione tre dei quattro giovani antagonisti milanesi arrestati e finiti sotto processo per la guerriglia scoppiata nelle vie del centro cittadino il 1 maggio 2015 durante il corteo dei cosiddetti “No Expo”.

Dei quattro giovani finiti sotto processo, solo uno – Andrea Casieri – venne condannato per il reato di devastazione. Accusa caduta per gli altri tre imputati – Edoardo Algardi, Niccolò Ripiani e Alessio Dall’Acqua – che furono tutti condannati per reati meno gravi ma assolti da quello di devastazione. Secondo il pm Basilone, che lo sottolinea nel suo ricorso in appello, c’è stata un'”errata valutazione delle prove” e un’altrettanto “errata interpretazione e applicazione della legge penale” dal parte del gup autore della sentenza.

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