Omicidio Pasolini, pm valuta istanza riapertura inchiesta

Avvocato Maccioni: grande attenzione da procuratore Pignatone

NOV 2, 2016 -

Roma, 2 nov. (askanews) – Gli inquirenti della Procura di Roma entro i prossimi giorni dovranno decidere se avviare o meno nuovi accertamenti sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini, ucciso all’Idroscalo di Ostia la notte tra il primo e il 2 novembre del 1975. All’esame del pm Francesco Minisci dovrà arrivare l’istanza presentata dall’avvocato Stefano Maccioni, legale di Guido Mazzon, cugino dello scrittore e regista. Poi eventualmente il magistrato dovrà chiedere al gip la formale riapertura dell’ultima inchiesta sul caso, finita in archivio nel febbraio 2015.

Sinora i pubblici ministeri hanno sempre chiuso ogni pista perché non era possibile individuare con certezza altre responsabilità rispetto a quella di Pino Pelosi, all’epoca dei fatti 17enne, e che è stato già condannato per questa vicenda. Ma dopo le verifiche del Ris dei carabinieri sui vecchi reperti sarebbero emersi almeno due profili genetici completi che potrebbero portare ad una identificazione certa. Ne è convinto l’avvocato Maccioni: “La nostra genetista forense Marina Baldi ci dice che su una maglia di lana a maniche lunghe che indossava Pelosi ci sono due dna, quello del soggetto ignoto, misto al codice genetico di Pasolini, e un altro, ricavato da una macchia ematica, appartenente a un soggetto ‘ignoto 3’. Ciò significa che sulla scena dell’omicidio c’era almeno un’altra persona”.

Rispetto alla ‘traccia’ il penalista sottolinea: “Siamo convinti che almeno la macchia sia contestuale e che comunque con le tecniche moderne sia possibile svolgere analisi che fino a qualche anno fa inimmaginabili”. Per Maccioni la nuova indagine potrebbe far luce anche sul ruolo svolto nel delitto Pasolini anche da esponenti della criminalità. “Sarebbe un peccato – ha detto ancora il legale – se si scrivesse la parola fine a questa storia lasciando in piedi ancora dubbi e interrogativi”.